I tempi degli scarichi decisi al telefono. «Domani non se ne accorge nessuno»

I tempi degli scarichi decisi al telefono. «Domani non se ne accorge nessuno»
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Martedì 18 Maggio 2021, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 12:42

Fra le centinaia di intercettazioni anche quelle fra Roberto Scardia e Luca Di Corrado, indicati come le due figure di spicco dell'organizzazione specializzata nel traffico illecito di rifiuti. E per questo i loro dialoghi al telefono compaiono nelle prime pagine.

Le intercettazioni 

La sera dell'11 febbraio del 2019 discutono sulla necessità di trovare un capannone dove stipare i rifiuti. Scarcia: «Oh Luca, ma che ti credi che è facile, dobbiamo trovare la discarica per scaricare». Di Corrado: «No, a me i soldi interessano». Scarcia: «Eeeee...si deve trovare, si deve fare poco alla volta». Di Corrado: «L'importante che è bloccata la situazione». Scarcia: «Il giorno che noi scarichiamo ancora chiunque può fare la denuncia, dice che non sei il titolare. Che fai, ci dobbiamo fermare? Di scaricare dobbiamo scaricare, se troviamo il capannone». Di Corrado: «No, ma quello lo vedo male». Scarcia: «No, ci sto io, ci sto io». Di Corrado: «Le chiacchiere sono chiacchiere, se vedi hai preso un acconto e non hai fatto il lavoro». Scarcia: «All'Agip stavamo aspettando che venivi tu. Certo quando inizia a lavorare poi trovi uno che se ne accorge no...che c'entra...però abbiamo parlato noi con...adesso scarichiamo e scarichiamo da un'altra parte. Gli diamo la 1.000 euro e diamo poco alla volta». Di Corrado: «Io vedo a quello che cambia 27 versioni ogni volta, dovevamo caricare da quell'altro poi. A San Giorgio gli abbiamo fatto perdere tre giorni a vuoto alla fine». Scarcia: «Ehhhh, San Giorgio....mica è facile....trovali tu....mica è facile....abbiamo visto una cava...quando si parte si parte. Domani mattina ci fa sapere la cava dove dobbiamo scaricare...». Di Corrado: «Sennò, scusa, prendiamo un locale». Scarcia: «No...adesso un amico mio, quello del paese ha detto: Robi, un paio di giorni e si fa...il capannone».

I termini dialettali


Nel dialogo che segue Scarcia parla di lavori a schif: un termine di derivazione dialettale che secondo il giudice dell'ordinanza, Alcide Maritati, indica l'attività illecita di smaltimento di rifiuti. Un termine ricorrente fra i componenti del gruppo. Scarcia: «Abbiamo bloccato pure i lavori a schif...qua si fanno un viaggio al giorno, infatti la persona mi ha chiamato: Che facciamo signor Marco? Scarichiamo? No ho risposto, domani perché l'autista....e si fa la fattura...e dobbiamo dare 1.000 euro a quelli. Da una parte li spostiamo qua però, qua. Abbiamo il lavoro di un viaggio al giorno, però domani non se ne accorge nessuno, hai capito?». Di Corrado: «Secondo me conviene prendere il capannone per i fatti nostri...se aspetti la cava...». Scarcia: «No, no, la cava è qua di fronte è...dove lavorano la sabbia. Gli dobbiamo dare 1.000 euro a viaggio...eh gli dobbiamo dare...conviene...conviene...perché tu fai, tu ti togli la 1.000 euro quello che rimane però...ne rimane 1.000 euro a testa....però lavoriamo». Di Corrado: «se è tutti i giorni sì». Scarcia: «No, ogni giorno com'è Hei, domani mattina dobbiamo scaricare. Ha detto: ...no quando siete pronti ci telefonate». Di Corrado: «Domani ci sentiamo».
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