I reparti fantasma al Dea: chiusi senza il personale. I malati in pronto soccorso

I reparti fantasma al Dea: chiusi senza il personale. I malati in pronto soccorso
di Maddalena MONGIÒ
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Venerdì 13 Novembre 2020, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 12:49

Sos medici. Urgono specialisti per garantire i turni nei posti letto aggiuntivi che devono essere aperti per garantire assistenza e cura ai pazienti Covid. Da qui slitta lo start all'aumento dei posti letto in Pneumologia Covid del Dea di Lecce: tutto in standby, in attesa dell'arrivo degli specialisti, mentre infermieri e operatori socio sanitari sono pronti a prendere servizio in reparto. Così restano in pronto soccorso 16 positivi che avrebbero dovuto trovare posto proprio a Pneumologia dove però i 30 posti attuali sono tutti occupati e nuovi posti letto, come detto, non possono partire.
La vera emergenza, almeno per la Asl di Lecce, è la carenza di personale che non ha trovato una soluzione nonostante siano stati bloccati tutti i ricoveri programmati e garantite solo le urgenze. Non si sono liberate risorse umane anche per le forti resistenze di buona parte degli operatori sanitari che non vedono di buon grado un impegno in trincea.
In pratica anche questa seconda ondata viene affrontata da quel drappello di 250 fra medici, infermieri, e operatori socio-sanitari che si è trovato a combattere il virus nella prima fase dell'epidemia. Il problema della carenza di personale è stato messo sul tavolo dai direttori generali, nel corso delle varie riunioni che si sono tenute, a partire dal 25 ottobre, con il Dipartimento regionale della Salute, propedeutiche alla delibera del 9 novembre con cui Emiliano ha potenziato ulteriormente la rete ospedaliera Covid. I DG «hanno rappresentato una serie di difficoltà connesse al conferimento di ulteriori posti letto alla rete ospedaliera Covid, tenuto conto sia delle esigenze derivanti dal mantenimento del volume delle prestazioni sanitarie di carattere urgente e non differibili, nonché di quelle esplicitamente richiamate nelle disposizioni regionali. Tale criticità riviene anche dalla ridotta capacità di impiego di risorse umane necessarie all'attivazione di posti letto aggiuntivi rispetto a quelli attivi». Così la Regione ha pensato di risolvere il problema della carenza di personale sanitario dando indicazione alle direzioni strategiche delle Asl pugliesi di «considerare la necessità di implementare ulteriormente il numero dei posti letto Covid, attraverso percorsi volti all'utilizzo del personale non impiegato nelle attività ordinarie, anche presso strutture ospedaliere o unità operative diverse da quelle di assegnazione; individuazione di ulteriori posti letto di terapia intensiva e area medica Covid, attraverso la riorganizzazione e riconversione delle attività di tutte le strutture insistenti nel proprio territorio di competenza».
Ma la coperta, a quanto pare, è troppo corta per poterla tirare in modo che copra tutto. Intanto a Galatina sono stati portati a 34 i posti letto delle Malattie infettive cosa che ha permesso il trasferimento da Lecce di 12 pazienti l'altro ieri e di due ieri che si trovavano ricoverati nell'osservazione breve del Dea.
Al momento, dunque, i pazienti ricoverati nel reparto gestito dal pronto soccorso del Dea sono scesi a 16: tutti positivi al Covid e alcuni anche ventilati con appositi caschi per superare difficoltà respiratorie. Fortunatamente la giornata di ieri non ha registrato, comunque, particolari picchi nei ricoveri. Sempre a Galatina dovrebbero aprire altri posti letto: 47 di area medica; 24 di Ginecologia; 10 di Pediatria; 15 di Psichiatria. Ma in questo momento sono particolarmente importanti i 60 posti previsti a San Cesario per l'Ospedale di comunità Covid.
Si tratta di un ospedale dove possono essere ricoverati i pazienti Covid clinicamente guariti, ma ancora positivi. Le linee guida sul trattamento dei pazienti Covid prevedono, fra l'altro, che possa essere dimesso anche se positivo, ma solo dopo 21 giorni di ricovero. Già ora in Malattie infettive del Fazzi ci sono pazienti che se fosse attivo San Cesario potrebbero liberare posti letto utili a ricoverare chi è in una situazione clinica più critica. La rete ospedaliera Covid, per il Salento, vede una contrazione dei posti letto rispetto alla prima ipotesi della Regione che, sulla base di scenari disegnati da AReSS Puglia, ne aveva stabiliti 572, poi 513, infine 380 da approntare entro il 30 novembre. Per la terapia intensiva sono previsti complessivamente 40 posti al Dea, dove dovranno ampliare sino a 83 i posti letto di Pneumologia tutti Covid che al momento ne ha 30. Il tutto in attesa che arrivino gli specialisti.
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