I cinque minuti di follia del killer Vicini freddati: i morti salgono a tre

I cinque minuti di follia del killer Vicini freddati: i morti salgono a tre
di di Valeria BLANCO
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Domenica 30 Settembre 2018, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 18:19
C'è una rosa sul marciapiede, davanti alla porta d'ingresso della casa di Andrea Marti, al civico 18 di via Tevere, Cursi. Andrea non c'è più. Così come non c'è più suo padre, Franco. Entrambi uccisi da una pistola Smith & Wesson 375 magnum e dalla stessa mano, quella del vicino di casa Roberto Pappadà, che abita al civico 3. Ad armare la sua mano la rabbia dovuta a dissidi per questioni di parcheggio. Non ce l'ha fatta neppure la zia di Andrea, Maria Assunta Quarta: colpita all'addome e trasferita in codice rosso all'ospedale Vito Fazzi di Lecce, è morta attorno alle due della notte tra venerdì e sabato. All'indomani del triplice omicidio, Cursi - 4mila abitanti - è ancora incredula. E si stringe intorno a Fernanda Quarta, che nella notte maledetta ha perso il figlio, il marito e la sorella. Anche a lei è toccato un proiettile che fortunatamente l'ha colpita solo di striscio. Dimessa ieri mattina dal reparto di Chirurgia dell'ospedale di Tricase, è già tornata a casa e, fuori di sé, continua a chiamare per nome il povero Andrea. L'altro superstite è il marito di Maria Assunta, l'ingegnere Fabrizio Leo di Melendugno, che è riuscito a mettersi al riparo dietro la macchina.
In carcere, invece, è finito Roberto Pappadà, 57 anni, incensurato, ex operaio che dopo la morte della madre si occupava dell'assistenza della sorella disabile. Risponde di triplice omicidio premeditato, aggravato dai futili motivi, e di detenzione e porto di arma clandestina. Per qualcuno dei vicini, si tratta di una strage annunciata: nel quartiere tutti sapevano che Pappadà pretendeva che il posto auto vicino alla sua porta d'ingresso rimanesse sempre libero. E se la prendeva con chiunque lo occupasse. Quando a farlo erano i suoi dirimpettai, i Marti, la rabbia lo assaliva, tanto che circa un anno fa c'era stata una lite. Sembrava tutto finito lì, ma evidentemente da allora l'uomo aveva continuato a covare odio e desiderio di vendetta nei confronti dei Marti. Non c'è traccia di denunce negli archivi delle forze dell'ordine; Pappadà, però, si sarebbe recato all'ufficio dei vigili per chiedere una mano ma poi, come racconta il comandante Luigi Epifani, aveva rifiutato l'assegnazione di uno stallo per disabili, a cui aveva peraltro diritto.
La strage e l'arresto si sono compiuti nell'arco di un'ora. Pappadà, armato di pistola, ieri sera aspettava i suoi vicini intenzionato a risolvere il problema del parcheggio una volta per tutte. Quando, poco prima delle 23, è arrivato, insieme con la compagna Simona, Andrea - operaio che avrebbe compiuto 36 anni a novembre - lo ha freddato con due colpi (uno alla testa e uno all'addome) sparati a distanza ravvicinata. Avrebbe scelto deliberatamente di salvare lei: «Tu non c'entri, spostati», le avrebbe detto. Simona, sotto choc, ha chiamato i soccorsi per Andrea e ha avvisato i genitori del ragazzo, che abitano di fianco e che in quel momento non erano in casa. I familiari sono arrivati dopo pochi minuti: alla vista del corpo di Andrea a terra, ormai senza vita, si sono precipitati a prenderlo tra le braccia, forse nemmeno notando che a pochi passi c'era ancora l'assassino. Una precisione chirurgica nel portare a termine il piano: un colpo ha ucciso Franco Marti, il padre di Andrea, pensionato di 63 anni; un altro colpo ha ferito Maria Assunta Quarta, 52 anni, insegnante a Melendugno, zia di Andrea, che morirà qualche ora dopo in ospedale. Un quinto colpo ha ferito solo di striscio la madre di Andrea e moglie di Franco, Fernanda, 60 anni, trasportata in ospedale.
In pochi minuti - alle 23.20 - da Maglie sono arrivati i carabinieri dell'aliquota radiomobile del Norm della Compagnia di Maglie. Sono stati attimi terribili: l'uomo era seduto sul marciapiede con l'arma ancora carica in mano e un colpo in canna. Una breve attività di negoziazione è servita a conquistare la fiducia dell'uomo: i militari lo hanno tranquillizzato, gli si sono avvicinati con cautela e l'hanno convinto ad arrendersi. Il capo-equipaggio gli ha quindi afferrato il braccio e gli ha fatto posare con calma la pistola - risultata clandestina e detenuta illegalmente - quindi lo ha arrestato.
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