I carabinieri in Comune. Al setaccio conti e carte

I carabinieri in Comune. Al setaccio conti e carte
di Paola ANCORA
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Giovedì 30 Maggio 2019, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 12:47
Il revisore dei conti rileva comportamenti «contabilmente illeciti» dell'amministrazione comunale e le «gravi irregolarità» commesse fra debiti fuori bilancio, residui passivi, crediti e fondi di accantonamento. E i carabinieri bussano alla porta del municipio di Montesano Salentino. C'è una indagine in corso. 

I militari dell'Arma hanno acquisito tutta la documentazione del caso, mentre il sindaco, Giuseppe Maglie, nei giorni scorsi ha diramato una nota smentendo che la presenza dei carabinieri sia legata a problemi con i conti. Nota pubblicata poi anche sulla pagina Facebook delll'ente: «La visita dei carabinieri in Comune non ha nulla a che fare con il bilancio dell'Ente. Dispiace apprendere, dai mezzi di informazione, supposizioni che, in quanto tali, possono ledere l'immagine del Comune».

Dalle notizie in possesso di Quotidiano l'attenzione dei militari ai bilanci di Montesano salentino, piccolo comune di circa 2.700 anime a 50 chilometri dal capoluogo, è legata proprio al parere reso dal revisore dei conti Francesco Saverio Tota sulla proposta di rendiconto di gestione 2017 confezionata dalla Giunta e arrivata all'approvazione lo scorso autunno, nel novembre 2018, quando Giuseppe Maglie era sindaco da qualche mese ormai. 

In quel parere, datato 1 novembre (giorno festivo), a pagina 5 Tota scrive di aver richiesto agli uffici documentazione integrativa al rendiconto, ma specifica anche che le informazioni ottenute sono state solo «parzialmente esaustive». E vediamo perché.

In particolare Tota evidenzia «una enorme divergenza fra i residui passivi (cioè i debiti, ndr) di competenza approvati con delibera di giunta numero 24 del 5 settembre 2018 e i residui passivi considerati invece nei vari prospetti e schemi di bilancio».  Nel primo documento, infatti, si parla di 592.530,68 euro di residui passivi; nel secondo di 562.893,46 euro. Una differenza di ben 30mila euro. 

Prosegue Tota specificando di «aver evidenziato telefonicamente che gli schemi del rendiconto 2017 prodotti dall'ente riportano erroneamente un disavanzo 2016 applicato all'esercizio 2017 di 110.430,11 euro, mentre con delibera di Consiglio comunale numero 35 del 23 novembre 2017 per il ripiano triennale del disavanzo di amministrazione relativo all'esercizio 2016 applica al 2017 un disavanzo di 100.430,11 euro». Anche in questo caso, quindi, "scomparirebbero" dai conti circa 10mila euro. Errori contabili che costituirebbero, specifica il revisore, gravi irregolarità da rettificare.

Il revisore - che non occupa un ruolo politico, va ricordato - si spinge a puntare il dito contro il Comune per la sua «posizione di arroganza e scontro ingiustificato» e perché «non ammette gli errori commessi, né procede inspiegabilmente alle dovute rettifiche».

Così, in via del tutto autonoma, il revisore ha stabilito da solo quali criteri adottare per redigere quel parere, evidenziando poi «il mancato controllo contabile fra le entrate a destinazione specifica e gli impegni di spesa assunti», la «inesistente equivalenza fra gli accertamenti in entrata e gli impegni di spesa nelle partite di giro e nei servizi per conto terzi» e, ancora, «il mancato rispetto negli obiettivi di finanza pubblica». 

E non finisce qui. A pagina 28 dello stesso parere, il revisore Tota specifica che «nonostante le numerose richieste dell'organo di revisione, il sindaco del Comune non ha ancora adempiuto all'onere previsto dall'articolo 188 del Testo unico degli Enti Locali che dispone come, almeno ogni sei mesi, il sindaco o il presidente trasmetta al Consiglio una relazione riguardante lo stato di attuazione del Piano di rientro, con il parere del collegio dei revisori e l'eventuale ulteriore disavanzo formatosi nel corso del periodo considerato deve essere coperto non oltre la scadenza del piano di rientro in corso». Il revisore, quindi, ha accertato che la quota di disavanzo applicata all'esercizio 2018 non è ancora stata ripianata. Così come l'ente non ha provveduto nemmeno, prosegue il revisore unico, ad accantonare una quota del risultato di amministrazione per coprire i crediti di dubbia esigibilità, una regola da buon padre di famiglia che si applica agli enti locali, in particolare a quelli con i conti traballanti. 

Tota mette nero su bianco i comportamenti «contabilmente illeciti», le «gravi irregolarità» commesse, precisando di non poter esprimere alcun parere e ricordando ai consiglieri comunali che il parere dei revisori non è mai vincolanti. E che ciascuno, insomma, deve assumersi poi la sua responsabilità. Ieri, l'intera vicenda e gli atti, sono arrivati - dopo il Consiglio - all'attenzione dei carabinieri. 

 
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