Il calcio negli ultimi anni è stato uno straordinario veicolo di promozione del nostro territorio, ma sono stati anche in tantissimi i calciatori che dopo aver vestito la maglia giallorossa hanno scelto di radicarsi qui e di far crescere, all'ombra del barocco, i propri figli, proprio perché Lecce è una città che offre uno stile di vita «a misura d'uomo», così come ci sono quelli che hanno scelto di acquistare e investire a Lecce per poter mantenere sempre un contatto con questa città e anche con le splendide coste salentine.
L'ex capitano Giacomazzi
«Ho scelto di vivere a Lecce perché ho giocato qui per 12 anni e al termine della mia esperienza da calciatore sentivo questo luogo come casa mia, anche perché qui sono nati i miei figli che sono leccesi a tutti gli effetti - racconta l'ex capitano del Lecce Giacomazzi-.
A Lecce anche Baldieri
Giacomazzi non è stato il solo, c'è anche il suo ex compagno di squadra, oggi vice allenatore della Primavera Chevanton che ha scelto addirittura di vivere nel centro storico. Ma non ci sono gli stranieri, ma anche gli italiani che hanno deciso di radicarsi al Lecce per vivere la propria vita e crescere i figli. «Ci ho messo sei anni per scegliere Lecce - racconta Paolo Baldieri -. Dopo che ho smesso di giocare sono stato a Roma per un po' di tempo, ma ogni volta che arrivavo all'aeroporto di Brindisi mi sentivo già a casa. Lo stile di vita lento e la bellezza della città rendono questo posto unico. Poi io sono un amante della natura: il mare, le campagne e il verde che si trovano a due passi da Lecce sono ineguagliabili se paragonati ad una città come Roma. In venti minuti di auto si raggiungono posti eccezionali e poi ci sono le persone: la gente è accogliente, disponibile. Non ti senti un numero a Lecce, ma ti senti un individuo e questo è bello oltre che rassicurante. È un luogo bello dove radicarsi e far crescere i propri figli perché è una città a misura d'uomo e non ha perso alcuni valori di un tempo, che nelle grandi città sono particolarmente difficili da trovare».
M.Bot.
© RIPRODUZIONE RISERVATA