Estate nei lidi, i balneari pronti alle novità: «Faremo rispettare le regole»

Estate nei lidi, i balneari pronti alle novità: «Faremo rispettare le regole»
di Serena COSTA
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Mercoledì 15 Aprile 2020, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 16:05
Lo spiraglio c'è: i pugliesi, così come gli italiani, potranno andare al mare la prossima estate. Ma dimenticate l'immancabile frisa vista mare e gli assembramenti con i parenti sotto gli ombrelloni. Anche il classico nucleo familiare da quattro persone sarà con buona probabilità separato, a meno che non si tratti di figli fino ai 12 anni.
Ridono di gusto i balneari pugliesi, poi, sui gabbiotti in plexiglas, che in queste ultime ore sono stati sponsorizzati da un imprenditore modenese: «Una sauna in spiaggia, forse anche più dannosa dello stesso pericolo contagio da Covid-19». Le esternazioni dell'altroieri da parte del sottosegretario al Mibact, Lorenza Bonaccorsi, hanno spostato i riflettori su uno degli argomenti più cari agli italiani: l'estate al mare. Ma i dubbi degli operatori del settore sono tanti, in primis sul distanziamento, ma anche sul rinnovo delle concessioni demaniali, che scadono quest'anno, oltre che sull'accesso al credito delle banche. Senza dimenticare la gestione della spiaggia libera, in cui sarà impossibile osservare le norme sul distanziamento, se non ci saranno i debiti controlli.

Un possibile scenario lo immagina Vincenzo Leo, presidente del Sindacato italiano balneari di Taranto: «Premesso che ritengo che i gabbiotti in plexiglas siano solo un'invenzione commerciale senza nessun riscontro oggettivo, è importante sgomberare il campo da alcuni primi dubbi: alcuni scienziati stanno escludendo che sabbia e acqua siano veicoli di contagio. In spiaggia si osserverà una distanza di 4.50-5 metri tra un ombrellone e l'altro e tra ciascuna fila, con una riduzione del 40% del giro di affari rispetto allo scorso anno. Sotto ogni ombrellone ci potranno essere massimo due persone, al netto dei figli al di sotto dei 12 anni. Immagino distanze di sicurezza anche in mare, in modo che ci siano percorsi definiti con boe di galleggiamento. La ristorazione? Esclusivamente a base di piatti caldi. Sanificazione degli ambienti comuni (bagni, docce, spogliatoi e cabine) con cloro, oltre che di lettini e ombrelloni. Sulle spiagge pubbliche ci vorrebbe l'utilizzo di cassintegrati, lavoratori socialmente utili e percettori di reddito di cittadinanza per il controllo delle distanze di sicurezza».

Cna Balneari Puglia, poi, ha inviato al Mibact un vero e proprio decalogo per spiagge sicure ai tempi del coronavirus: «Distanziamento minimo di 3 metri e mezzo, sensi unici di marcia su 2 pedane ben distanziate e su cui non ci si incroci, dispenser con gel disinfettante, schermi di plexiglas alla cassa, prenotazioni di ombrelloni online che consentano check in veloce all'arrivo al lido spiega il presidente, Fabrizio Santorsola . Il problema è serio, però, per chi ha ristoranti negli stabilimenti: le norme regionali prevedono che in 100 metri ci siano cucine e depositi, ma ora gli spazi devono essere allargati: l'Oms ha calcolato quattro persone ogni 10 metri quadri. Per questo, bisogna sbloccare l'ingessatura burocratica delle nostre strutture da parte della Soprintendenza. Inoltre, se non si effettueranno adeguati controlli sulle spiagge libere, rischiano di non aprire nemmeno quelle gestite. Di chi è la responsabilità in caso di contagio in un lido? Se l'imprenditore applica tutte le norme che saranno emanate dal Ministero, credo che proprio che non sarà sua».

È molto critico Mauro Della Valle, presidente di Federbalneari Salento: «Irrealizzabili le misure finanziarie del governo e della Regione Puglia: le banche non concederanno il credito da 25.000 euro, sapendo che tra 8 mesi scade la concessione demaniale su uno stabilimento. Per questa estate, cercheremo di fare servizio in spiaggia per non creare assembramenti e di obbligare ad andare sotto l'ombrellone con la mascherina. Lipotesi delle strutture in plexiglass sulla spiaggia? No, sono pericolose, basta una folata di vento a poter creare un pericolo per le persone. Nel nostro scenario - aggiunge - l'ombrellone è come il nucleo familiare dove le persone stanno insieme in casa. Il presupposto è dare tutte le garanzie. La spiaggia deve essere un luogo per il benessere psico-fisico, per relax e per fare il bagno in tranquillità».

Anche Alfredo Prete, presidente del Sib Lecce, solleva la questione del credito agli imprenditori balneari: «Nessun istituto di credito ci presterà danaro, perché abbiamo tutti quanti i titoli in scadenza al 2020. Oltre al danno di una stagione totalmente incerta, c'è anche la beffa di non poter accedere a nessun finanziamento o agevolazione prevista. Aspettiamo ancora dal Governo una circolare che chiarisca gli aspetti della proroga delle concessioni demaniali. Il paradosso è che nessuno può rifiutarsi di aprire il proprio stabilimento, perché le attuali ordinanze dicono che siamo obbligati a farlo da giugno a settembre: ciò perché siamo concessionari di un bene dello Stato e dobbiamo sottostare alle regole».
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