Hotel Tiziano in vendita, a Natale le offerte ma i Perrone vogliono restare

La famiglia Perrone intenzionata a continuare a gestire l'albergo

Hotel Tiziano in vendita
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Giovedì 20 Ottobre 2022, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 14:34

A Natale l'hotel Tiziano potrebbe già avere un nuovo proprietario. O più proprietari. Nel frattempo lo storico albergo di Lecce, finito in liquidazione, continuerà ad accogliere ospiti nelle sue 273 stanze distribuite su sette piani. Da qui, nel corso degli anni, sono passati quasi tutti i protagonisti della politica italiana, da Massimo D'Alema a Gianfranco Fini, giusto per fare due esempi, anche se un po' datati.

Non fosse altro perché il Tiziano è forse l'unico albergo in città in grado di offrire una sala congressi da 800 posti e non a caso nelle scorse settimane è stato scelto per accogliere il Congresso nazionale forense. La struttura ricettiva, con quasi 50 anni di vita, quindi non chiuderà i battenti in questa delicata fase di transizione che però potrebbe anche tradursi in un ritorno ai vecchi proprietari o, almeno, ad una parte di essi. Alla famiglia dell'ex sindaco di Lecce Paolo Perrone, per essere precisi.

Un legame sentimentale

«È quasi più una questione sentimentale continuare a gestire il Tiziano. Altrimenti se uno dovesse farsi due conti, tra tasse e rincari generalizzati, mollerebbe senza pensarci. Ma a noi piacerebbe continuare», fa sapere la famiglia Perrone.

Enzo Perrone, padre di Paolo, oggi 85enne, detiene un quarto delle quote societarie della Sice Srl (Società industriale costruzioni edili): la restante parte è nelle mani dei fratelli Rinaldis, con i quali da sempre ha gestito il Tiziano e sempre senza dissidi.

Per decenni tutto è filato liscio, «in grande armonia». Le prime incomprensioni sono arrivate con le nuove generazioni, quando i figli sono subentrati ai padri ormai anziani. Il punto di rottura è arrivato nel 2020, quando è scaduto il contratto sociale e due dei soci hanno deciso di mollare, di non portare avanti la società, che è stata così posta in liquidazione. La famiglia Perrone che, come detto, voleva portare avanti la gestione dello storico albergo, ha cercato di fare un'offerta ai soci che però non ha avuto seguito. Così il Tiziano è stato messo in vendita. E i due liquidatori (Antonio Cacciapaglia e Fabio Palumbo) sono già al lavoro: nelle prossime settimane verrà pubblicato il bando ed entro Natale verranno raccolte le offerte.

Le offerte

La famiglia Perrone non se ne starà a guardare e farà tutti i tentativi possibili per cercare di tornare alla guida dell'hotel, magari con altri soci. Non bisognerà attendere molto per scoprirlo. Di certo, chiunque sarà il proprietario dovrà mettere mani sull'albergo che, fermo da 40 anni, necessita di un'importante opera di ristrutturazione. Detto questo, è fuori di dubbio che il Tiziano sia un prodotto altamente appetibile e, di certo, non mancheranno le proposte di investimento. «Ma bisogna prestare molta attenzione - avvisa Giancarlo De Venuto, presidente di Assohotel Confesercenti Lecce -. Purtroppo è noto che, quando un'azienda è in difficoltà, spesso a farsi avanti è la criminalità o, nei migliori, dei casi gli speculatori. È forse meno appetibile per i fondi immobiliari se è un'attività che non ha reddittività. Noi ci auguriamo che chiunque subentri porti avanti l'attività. Questo territorio ha bisogno di veri alberghi, non sono i b&b che danno posti di lavoro, giusto per dirne una».

E il Tiziano è certamente una struttura ricettiva che ha fatto la storia di questa città. «È assolutamente un albergo importante - continua De Venuto -, gestito da colleghi seri che hanno fatto il loro lavoro con grande professionalità. È una realtà che nasce come Agip Motel e che poi viene rilevata. Io sono dispiaciuto per questa chiusura, non mi rallegro pensando che così il mio albergo lavorerà di più. Prima di tutto perché non è così: se il Tiziano chiude, lavoriamo tutti di meno. Nel settore congressuale è mio diretto concorrente, ma beneficio anche io delle sue presenze». Se il Tiziano non dovesse riaprire, il danno sarebbe per tutto il territorio che punta tanto sul turismo congressuale. «In una città che non ha un palacongressi - conclude il presidente di Assohotel -, non ci possiamo proprio permettere la chiusura del Tiziano».

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