Guardrail pericoloso decapitò un finanziere: condannati tre funzionari della Provincia

Il tragico incidente il cui perse la vita Fedele De Luca
Il tragico incidente il cui perse la vita Fedele De Luca
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 27 Novembre 2019, 18:41 - Ultimo aggiornamento: 18:42
Un guardrail posizionato in un punto pericoloso, privo di tutte le misure di sicurezza previste in casi come questo e, tra l'altro, inutile. Con questi presupposti il giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, Bianca Maria Todaro, ha condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione tre dirigenti della Provincia di Lecce, accusati di omicidio colposo per la morte di Fedele De Luca, il maresciallo della Guardia di finanza di Ortelle, decapitato nell'impatto della sua auto contro la barriera in metallo, che penetrò nell'abitacolo e lo uccise sul colpo.


L'incidente si verificò il 15 luglio del 2013 lungo la provinciale Maglie-Poggiardo. Dopo sei anni la sentenza di primo grado: sono stati condannati Raffaele Pati, 67 anni, di Arnesano, funzionario della Provincia e responsabile dell'Unità operativa Area di intervento/gruppo Sud, con compiti di coordinamento della manutenzione e gestione delle strade del gruppo Sud; Francesco Silipo, 65 anni, di Surbo, preposto alla manutenzione delle arterie stradali rientranti nel gruppo 3 Nord, con competenza sulla provinciale 363; Oronzo Brocca, 54enne di Casamassella, frazione di Uggiano la Chiesa, nella sua funzione di capocantoniere della Provincia e incaricato della manutenzione delle arterie stradali rientranti nel gruppo 3 Nord. Stando alle conclusioni contenute nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dall'allora sostituto procuratore Angela Rotondano (le indagini furono condotte dal collega Antonio Negro), la condotta dei tre imputati avrebbe causato la morte di De Luca.
In particolare, i tre dipendenti della Provincia avrebbero omesso «di rimuovere la vetusta barriera metallica che, collocata inutilmente in un punto in cui non era prescritta l'installazione di barriere stradali di sicurezza, risultava per la sua struttura non a norma di legge, priva di qualsiasi accorgimento tecnico di protezione e non conforme rispetto agli standard di sicurezza, in quanto carente, in corrispondenza del cuspide, delle opportune cautele previste dalla legge, ovvero di specifici attenuatori di urto (panettone zavorrato o vincolato, panettone elastico omologato) o di interramento delle barriere e, comunque, non opportunamente segnalata né attraverso la cartellonistica stradale né mediante la segnaletica orizzontale, aumentando quindi il pericolo per gli utenti della strada». Aver adottato almeno uno di questi accorgimenti, si legge ancora nella richiesta di rinvio a giudizio, «avrebbe, con tasso di elevata probabilità scientifica, assorbito l'energia cinetica del mezzo in collisione e sicuramente avrebbe evitato che le punte in acciaio del guardrail stesso si conficcassero nell'abitacolo e cagionassero la morte dell'occupante». 

De Luca prestava servizio nel secondo nucleo operativo della Guardia di finanza di Bari. Ogni giorno partiva da Ortelle, il suo paese, e raggiungeva in macchina Maglie, da dove poi prendeva il pullman per il capoluogo pugliese. Quella mattina, però, una distrazione o un improvviso ostacolo sulla strada fece finire la sua Ford Galaxy sul guardrail, posizionato esattamente all'inizio dello svincolo per imboccare la provinciale che porta a Muro Leccese. La barriera in metallo si staccò dal terreno e si conficcò per diversi metri nell'abitacolo, colpendolo alla testa. Per lui, nonostante l'arrivo di un'ambulanza non ci fu nulla da fare: De Luca morì sul colpo.
Quattro anni a testa, la richiesta di condanna della Procura. L'assoluzione è stata chiesta dagli avvocati difensori Rita Ciccarese, Stefano Pati e Daniele Felline. Ai tre figli, la moglie e la suocera che vivevano tutti nella stessa casa, costituitisi parte civile con l'avvocato Giuseppe Pilon, è stata riconosciuta una provvisionale. La Provincia era stata dichiarata responsabile civile, rappresentata dall'avvocato Antonio Conte.
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