Salento, addio a Gregorio Caputo mattatore del teatro in vernacolo. Nardò in lutto

Salento, addio a Gregorio Caputo mattatore del teatro in vernacolo. Nardò in lutto
di Giuseppe TARANTINO
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Martedì 15 Febbraio 2022, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 12:45

Un pezzo della storia recente, del costume, del teatro popolare, della tradizione di Nardò, se ne va. All’età di 83 anni, ieri sera, è scomparso Gregorio Caputo, amatissimo attore popolare neritino. Dopo aver calcato le scene per oltre sessant’anni, ieri il suo cuore non ha retto ad un improvviso malore che lo ha colto nella mattinata. È deceduto in ospedale in serata.  Oggi la camera ardente a partire dalle 13 nel Teatro Comunale. Alle 16 la cerimonia funebre nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

La collaborazione con Zacchino e l'elenco delle commedie 

La città di Nardò piange il suo attore popolare più amato, che già in vita era ormai entrato a far parte della cultura tradizionale, un mattatore delle scene, un “personaggio” sul palcoscenico e fuori. Ma anche educatore di tante generazioni di appassionati di teatro vernacolare e di tradizioni popolari. Professore di educazione tecnica alle medie, custode vivente della lingua e della cultura e popolari, Gregorio Caputo ha dato tanto alla città di Nardò, regalando sorrisi, risate, gioia e allegria ai neritini e ai salentini. Anche a quelli sparsi in giro per l’Italia e l’Europa, che con il suo gruppo teatrale, negli anni, ha spesso raggiunto per far sentire loro il “profumo” del Salento. A Roma, in Emilia Romagna, in Svizzera e in Germania, Caputo ha portato i lavori teatrali in dialetto neritino che lo vedevano protagonista, (scritti alcuni da Mimino Spano e con la regia di Paolo Zacchino) diventati ormai dei veri e propri classici del teatro vernacolare salentino: l’indimenticabile “L'occa ti la gente”, “Teresina”, “Quando sei qualcuno”, “Li zzinzuli”, “Pacciaturie di pacci”, “Sirinata a Concettina”, e il suo monologo “Ssettate ca ti contu”.
Insieme all’amico di sempre Paolo Zacchino (scomparso nel 2013), infatti, aveva fondato, il “Piccolo Teatro Città di Nardò” e l’associazione “Amici del Museo di Porta Falsa”, gruppi che dalla metà degli anni 70  hanno contribuito in maniera determinante alla salvaguardia della cultura popolare e contadina.

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