Grecia, a fuoco lo yacht dell’ingegnere Prato
Tutti in mare, famiglia in salvo

Grecia, a fuoco lo yacht dell’ingegnere Prato Tutti in mare, famiglia in salvo
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Mercoledì 10 Agosto 2016, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 18:51
L'incendio divampa improvvisamente a bordo dello yacht e la vacanza sfiora la tragedia. Un nuovo naufragio al largo delle isole greche, che ancora una volta – la seconda nell'arco di appena un paio di giorni – ha visto nelle vesti dei malcapitati protagonisti alcuni salentini, partiti dal Tacco d'Italia a bordo di lussuose imbarcazioni per trascorrere alcuni giorni di vacanza circondati dal mare, ma d'un tratto ritrovatisi faccia a faccia col pericolo di essere inghiottiti dallo stesso.
La nuova disavventura ha interessato il noto ingegnere leccese Vito Antonio Prato, di 60 anni, che insieme alla moglie, l'avvocato Maria Nadia Longo, e ad altre quattro persone (tra le quali familiari ed un marinaio, indispensabile in occasione di lunghi viaggi) hanno dovuto abbandonare in tutta fretta lo yacht di proprietà, per salvare la pelle. A bordo della barca, infatti, per cause che saranno accertate nei prossimi giorni, era scoppiato un incendio di grandi proporzioni, che in poco tempo stava facendo colare a picco lo yacht tra le cosiddette “Isole Ionie”, nel tratto compreso tra l'isola minore di Paxos e quella maggiore di Lefkada.
 
Tutto è accaduto nella mattinata di ieri. La spensierata vacanza della famiglia leccese ha subìto un brusco cambio di programma intorno alle 11.30 (le 10.30 in Italia), quando le fiamme sono divampate improvvisamente sul natante, che ha poi iniziato ad imbarcare acqua. Il panico a bordo non sarà certo mancato. E probabilmente la vicenda avrebbe potuto anche assumere un epilogo drammatico, se un'altra imbarcazione di passaggio, notando i diportisti in difficoltà, non fosse intervenuta immediatamente in loro soccorso.
Il repentino affondamento dello yacht ha trascinato sul fondo del mare anche i documenti ed i telefoni cellulari di alcuni dei malcapitati protagonisti. Una volta ritornati sulla terraferma, questi ultimi hanno dovuto rivolgersi al Consolato italiano per ottenere il rilascio dei documenti provvisori, necessari per il rimpatrio.
Ieri mattina, dopo la grande paura in mezzo al mare, l'ingegnere e la sua famiglia hanno rimesso piede in Italia, sbarcando da un traghetto approdato presso il porto di Brindisi. L'arrivo era previsto per le 8, ma il viaggio è terminato soltanto alle 10: con matematica certezza, il ricordo dell'estate 2016 non sarà legato a quelle due ore di ritardo.

 
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