Addio a Francesco "Mille lire", icona della movida leccese

Addio a Francesco "Mille lire", icona della movida leccese
di Alessandra LUPO
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Martedì 7 Gennaio 2020, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 17:14
La sua barba lunga e bianca gli aveva guadagnato un soprannome così azzeccato che gli è rimasto attaccato per tutta la vita. Anche una volta che la vecchia moneta era uscita fuori corso, per tutti Francesco Santoro è rimasto Millelire: da Giuseppe Verdi a Marco Polo, infatti, quella banconota ha continuato a somigliargli per decenni. Fino all'altro ieri notte, quando a 75 anni si è spento nella sua casa leccese, dove viveva con la sorella Carmen. A darne l'annuncio sono stati i suoi amici Giampaolo Morelli e Pasquale Zonno, del collettivo The Lesionati, nei cui video satirici Francesco era una presenza fissa.

Ma la genesi del suo personaggio era cominciata tanti anni prima, quando ancora Internet e Youtube non esistevano. Una volta terminato l'impegno lavorativo da custode alla Mostra dell'artigianato, nel cuore del centro storico di Lecce, praticamente la sua cornice, Francesco Santoro era diventato per tutti Millelire, re delle discoteche salentine, di cui dalla fine degli anni '80 alla metà dei 2000 ha distribuito pass e riduzioni, partecipando alle serate più mondane e pop. Impossibile non ricordarlo con capelli e barba lunghissimi nei suoi outfit impeccabili all'angolo del Cin Cin bar di piazza Sant'Oronzo prima di tuffarsi nella movida.

Uomo gentile e dalla battuta pronta, affabile e sornione, dotato di straordinaria autoironia, ha vissuto i suoi ultimi anni giocando sul suo personaggio. Millelire è stato infatti l'ultima vera icona della città, suggestionando anche varie produzioni cinematografiche e televisive, che lo avevano voluto nei loro film girati nel Salento: dall'indimenticabile Mine Vaganti, di Ferzan Ozpetek al Padre della Sposa, Il commissario Zagaria con Lino Banfi e poi Il prefetto di Ferro e il cortometraggio Cucito addosso.

Ma il meglio del suo personaggio - capace di scavallare le epoche con felice noncuranza sbarcando dalla strada ai social - si è espresso certamente sulla rete, proprio grazie all'incontro con il collettivo satirico The Lesionati, instancabile gruppo di autori e comici capaci di leggere spesso con disarmante efficacia lo spirito di quella leccesità, di cui Francesco ha rappresentato un monumento vivente. Dal primo incontro con Giampaolo Morelli per la produzione del video di Party Rock Salento avvenuto nel 2011 era nato infatti il suo alterego goliardico del Superpecoratore, un supereroe godereccio votato all'edonismo, poi diventato un personaggio fisso nelle produzioni e nelle serate del gruppo.
«Con noi ha girato mezza Italia racconta Pasquale Zonno -: quando Giampaolo lo coinvolse nel primo video capì che non c'era un budget ma che sui set circolavano molte belle donne e questo gli bastava».
 


Francesco giocava parecchio sulla sua fama di latin lover o comunque di sincero estimatore della femminilità e amava raccontare di essere costretto a usare una stampella perché una donna, molti anni prima, gli aveva rotto il femore durante una schermaglia amorosa. «Una storiella tra mito e realtà - prosegue Zonno -, ma che fosse un gaudente lo ha dimostrato fino alla fine, con noi faceva anche le 7 di mattina, tenendo per sé la sua condizione di salute ormai compromessa e godendosi la vita fino all'ultimo».
I funerali si sono svolti ieri pomeriggio nella chiesa di San Matteo, tra fiumi di amici e conoscenti. «Io mi sono presentato vestito da Al Bano Solèr - prosegue Zonno - una delle mie parodie che lui amava di più».
Francesco lascia i due figli avuti dalla ex moglie: Mauro e Fabio. E la sorella, Carmen, cui era legatissimo e con cui ha vissuto fino all'ultimo nella sua casa del centro storico. Una sorta di casa museo che racconta, attraverso quadri, fotografie e articoli di giornale la sua vita lunga e ricca di esperienze: una volta gli hanno persino dedicato una tombola e lo scorso anno un carro di Carnevale.  Un patrimonio che ha voluto lasciare proprio ai suoi giovani sodali "lesionati" perché mantengano alta la memoria e l'orgoglio del loro atipico supereroe.

 
 
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