Una nomina ora in bilico, quella di Alessandro Silvestrini al vertice del Tribunale di Lecce. Sospesa tra la commissione che l’ha proposta a maggioranza e il plenum del Csm che, scoppiato il bubbone, non è escluso possa ritenere di rimandare indietro la pratica per un nuovo voto, prima di esprimersi. Nelle scorse settimane, con il “vecchio” Csm, era stato ascoltato sul punto il procuratore della Repubblica, Francesco Curcio. Altro passaggio importante in tutta la vicenda sarà senza alcun dubbio l’interrogatorio di Silvestrini (che aveva chiesto l’audizione) nell’ambito dell’inchiesta di Potenza.
La convocazione di Silvestrini
Il magistrato è stato convocato per il 5 giugno prossimo, stessa sorte per l’avvocato Antonio Casilli. Per entrambi c’era stata richiesta di misura (ai domiciliari) rigettata dal gip.
Tornando al Csm, il posto vacante è come noto quello di presidente del Tribunale di Lecce. Il confronto tra l’attuale reggente, Roberto Tanisi (che per un certo periodo è stato anche presidente effettivo) si trascina dal 2019. Anno in cui il predecessore, Francesco Giardino è andato in pensione. Una vicenda lunga e tribolata, fatta di corsi e ricorsi giudiziari. Di impugnazioni e anche di un’inchiesta penale. Risale al 16 agosto del 2021 l’azzeramento della nomina di Tanisi: l’aveva stabilita il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso presentato da Silvestrini contro la sentenza del Tar Lazio che aveva invece ritenuto legittima la scelta avvenuta con il voto del plenum del Csm del 29 luglio del 2020.
Una lunga diatriba
La vicenda, insomma è andata avanti a lungo, scandita da diversi passaggi. La nomina è stata poi riproposta dinanzi al nuovo Consiglio che si è così espresso. Quattro voti per Silvestrini espressi nella quinta commissione: (Bianchini, Carbone, Mazzola e Mirenda) e due per Tanisi (Cosentino e D’Auria). Le due candidature sono state valutate, come accade in questi casi, con riferimento al curriculum di ciascuno dei due magistrati, ai ruoli ricoperti e all’attività svolta. Ma come è noto, in queste vicende, hanno un peso specifico non di poco conto le indicazioni delle correnti interne alla magistratura.
Dopo il 4-2, giunto il 18 maggio scorso in un momento successivo all’audizione di Curcio (avvenuta davanti a un altro Csm), ma comunque quando la notizia dell’esistenza di una inchiesta dai contorni non ben definiti a carico di Silvestrini era vagamente nota, i militari della guardia di finanza del nucleo di polizia tributaria di Lecce hanno eseguito cinque arresti e sequestri, notificando un provvedimento in cui Silvestrini risulta indagato a piede libero, convocato il 5 giugno per essere ascoltato. Accusato di corruzione per le “sponsorizzazioni” politiche promesse da un consulente per la definitiva conclusione in suo favore del lunghissimo iter. E di un altro episodio: una ricciola, ricevuta - dicono i pm - nell’ambito di una procedura fallimentare
Il gip, nel rigettare la richiesta di misura scrive: «Deve ritenersi che le condotte in questione costituiscano non già prestazioni fornite in base a un accordo corruttivo, bensì l’espressione di una reciproca familiarità derivante da risalenti rapporti di natura professionale e di una comune disponibilità ad approfittare dei vantaggi che ciascuno di loro poteva ricavare da tale rapporto».