L'intestino continua a sanguinare: rischio rigetto per la piccola Giorgia

L'intestino continua a sanguinare: rischio rigetto per la piccola Giorgia
di Francesca PASTORE
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Sabato 18 Gennaio 2020, 14:22 - Ultimo aggiornamento: 18:59
L'intestino di Giorgia continua purtroppo a sanguinare e la febbre alta è tornata.
Rigetto di grado severo ancora in corso. Le notizie che giungono dall'ospedale di Pittsburgh non sono delle migliori e il Salento continua a pregare per lei e la sua mamma.
Il team medico che segue la piccola in America provvederà ad nuova biopsia martedì, solo con questo esame si potranno comprendere le reali condizioni della piccola Giorgia Pagano, leccese, nata con una terribile malattia, la sindrome di Berdon, che le impedisce di mangiare da quando ha un anno.

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Sulla pagina Facebook “Aiutiamo Giorgia” mamma Elisa scrive: «Giorgia ha ricominciato a sanguinare dall'intestino...davvero tanto. Fa male vedere quel sangue uscire dalla sua pancia... e anche la febbre è tornata, velocemente alta, poi è scesa con i farmaci. Le sue vene hanno iniziato a infiammarsi e rompersi, non sono mai state buone: ormai per inserire aghi nel suo braccio arriva un teem specializzato in vene( IV Teem ) e con buone apparecchiature riescono a trovare le vene migliori evitando di bucare a caso, ma quella di stasera era gia la quarta vena persa, cosi' ne hanno messa un'altra ma 2 ore dopo già non funzionava più, così sono tornati e ne hanno rimessa un'altra, una quinta...le sue mani e braccia sono ormai lividose..mi spezza il cuore vederla così, ma non glielo faccio notare e faccio la scema cercando di farla sorridere..ma non sempre funziona..
Stasera dopo averle messo nella mano il quinto ago, l'infermiere mi guarda e  mi chiede se voglio che venga messo un altro, un altro...un altro? Silenzio per un momento e poi sono crollata e ho iniziato a ridere senza riuscire a fermarmi. Un altro? E ridevo e ridevo e Giorgia pure dietro di me..poi lei ha smesso e io continuavo in un lago di lacrime a ridere».

La bambina, di soli 11 anni e affetta dalla sindrome di Berdon, era stata sottoposta a trapianto a novembre scorso, in seguito alla donazione degli organi di un bimbo deceduto in un incidente stradale negli Stati uniti. Dieci ore in sala operatoria, il decorso post intervento, la fascia muscolare dell’addome che non hanno potuto chiudere per i tessuti troppo sottili e tanto altro. 

Che non sarebbe stato facile superare questo intervento, ad altissima percentuale di mortalità, si sapeva da sempre. Lo sapeva e lo sa anche Giorgia che - con quell forza che può avere solo chi lotta per sopravvivere da quando è nato - continua a sorridere e  a non arrendersi. Mai.
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