"PrimaLecce" nel mirino, due roghi in pochi giorni: scatta l'inchiesta

Da sinistra, Antonio Finamore e Paola Gigante
Da sinistra, Antonio Finamore e Paola Gigante
di Erasmo MARINAZZO
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Sabato 2 Giugno 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 17:06

Soltanto una coincidenza che la Bmw della consigliera comunale di “Prima Lecce”, Paola Gigante, abbia preso fuoco a 24 ore dall’attentato incendiario all’agenzia di pratiche automobiliste di Antonio Finamore? Soltanto un caso che le fiamme abbiano aggredito la vita dei due consiglieri che, con Laura Calò, hanno consentito al sindaco Carlo Salvemini di mantenere la maggioranza in Consiglio comunale con il “Patto per la città” siglato il 24 marzo scorso? Indagano i poliziotti della Digos. C’è un fascicolo sull’incendio che nella notte fra lunedì e martedì ha parzialmente bruciato la porta dell’agenzia di pratiche automobilistiche di piazza Napoli, di cui Finamore è socio al 50 per cento. E nello stesso fascicolo è confluito l’incendio scoppiato verso le dieci di mercoledì mattina, quando Paola Gigante era al volante della sua Bmw sulla superstrada Lecce-Brindisi, all’altezza dello svincolo Squinzano-Trepuzzi.
 
E se per le fiamme che hanno colpito gli uffici di Finamore non ci sono dubbi sulla natura dolosa, sulla macchina della Gigante non ci sono certezze. L’inchiesta serve per questo a sgombrare il campo da ogni dubbio. Non fosse altro per il ruolo che hanno svolto e continuano a svolgere in seno al Consiglio comunale, Finamore e la Gigante, con la Calò, nel mantenere in piedi una maggioranza bocciata dal Consiglio di Stato con l’ordinanza che aveva assegnato il premio di maggioranza alle liste del centro destra che a giugno dell’anno scorso avevano sostenuto il candidato sindaco Mauro Giliberti. Un atto dovuto, insomma. C’è tuttavia un’altra circostanza che ha indotto gli investigatori ad occuparsi anche dell’incendio della Bmw di Paola Gigante: l’auto aveva appena due mesi di vita. E stiamo parlando di una casa automobilistica con gli indici di affidabilità e di tecnologia al top a livello mondiale. Non era certo una macchina vecchia e maltenuta, soggetta a qualche malfunzionamento dell’impianto elettrico.
Quella Bmw è finita in officina per essere controllata meticolosamente dai tecnici. Per cercare di venire a capo di cosa abbia fatto scoccare la scintilla: se un difetto di fabbricazione o se, ma è solo un’ipotesi di lavoro da vagliare, da un sabotaggio. Le indagini stanno anche tracciando gli spostamenti e le permanenze per strada o in qualche garage, della Bmw. Cercando testimoni ed impianti di videosorveglianza. All’attenzione dei poliziotti della Digos anche gli attacchi più violenti ricevuti sui social dai consiglieri di “Prima Lecce”, dopo aver scelto di appoggiare e di dare continuità alla maggioranza di centro sinistra del sindaco Salvemini.

Si sta cercando di capire se c’è una strategia per condizionare la libertà di orientamento politico. Di ledere, in altre parole, uno dei principi sanciti dalla Costituzione.
Il caso è seguito dalla Procura di Lecce. Nella tarda mattinata di ieri il dirigente della Digos, Luigi Larotonda, è stato negli uffici del palazzo di viale Michele De Pietro per mettere al corrente i magistrati sugli sviluppi dell’inchiesta.
Poco prima Paola Gigante era stata sentita negli uffici della Questura, anche per capire se avesse sospetti o avesse ricevuto o percepito minacce. Nulla. Come del resto aveva sostenuto due giorni prima Finamore.
Il che non cambia nulla.

Soprattutto per il clima creatosi attorno ai consiglieri “transfughi”, con tutte le pressioni esercitate da più parti e con varie modalità per aver impresso un nuovo indirizzo politico alla loro figura di consiglieri comunali. E soprattutto perché è necessario sgombrare eventualmente il campo da qualsiasi dubbio o sospetto.

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