Le condanne per il Samsara, lo sfogo dei titolari dopo la sentenza: «Verdetto ingiusto, stabilimento invidiato in tutta Europa»

I Samsara chiuso
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Lunedì 28 Marzo 2022, 14:55 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:58

«Il Samsara rappresenta un’eccellenza italiana, che ci invidiano in tutta Europa. Non si tratta di una presuntuosa considerazione, ma del giudizio di tutti gli operatori europei del settore, che nel 2019 ci hanno premiato a Parigi come migliore stabilimento balneare europeo, e nel 2016 siamo entrati tra i primi 100 migliori club del mondo». Lo si legge in una nota del Samsara Beach, lido di Baia Verde a Gallipoli, sequestrato e finto al centro di una vicenda giudiziaria che si è conclusa nei giorni scorsi con quattro condanne per irregolarità nell'ampliamento. I titolari I annunciano appello ed esprimono il proprio disaccordo rispetto alla sentenza del Tribunale di Lecce, in composizione collegiale. 

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La nota: «Non condividiamo la decisione dei giudici»


«Ogni anno - prosegue -  riceviamo numerose richieste di portare il nostro brand in altre località internazionali, come Malta, Francia, Spagna, Portogallo, ecc.; tali risultati sono stati raggiunti grazie al duro sacrificio ed al rispetto delle regole e della legge. Purtroppo, tale opinione non è condivisa dal territorio che ci ha dato i natali; difatti, improvvisamente e d’un tratto, dopo oltre 10 anni di attività, sempre la stessa, saremmo diventati fuorilegge.
Abbiamo sempre confidato nella giustizia e nella magistratura e continueremo a farlo, accettando la sentenza del tribunale penale di Lecce, senza, però, condividerne il giudizio». 

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Le motivazioni: «Proporremo appello»


«Siamo stati condannati perché l'iter procedimentale di conseguimento delle autorizzazioni  e concessioni - è spiegato -  a parere dei giudici, non è stato corretto; per tali ragioni sono stati condannati anche 2 dirigenti del Comune di Gallipoli. Ciò dovrebbe far preoccupare tutti i concessionari balneari dei litorali Gallipolini, perché identica procedura demaniale ed urbanistica è stata seguita nei loro confronti. Duole dover constatare che, però, la legge non è uguale per tutti, perché sul banco degli imputati sono finiti solo il Samsara e due dirigenti del comune di Gallipoli, malgrado le autorizzazioni e concessioni demaniali fossero state firmate anche da altri dirigenti del comune e di altri enti. Proporremo appello, perché la giustizia è una cosa seria, così come altrettanto seria è la nostra attività».

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