Tutto è comunciato ieri mattina sul lungomare Galileo Galilei: c
Tutto è accaduto molto rapidamente, come tutte le volte che si parte con l’intenzione di regolare i conti, piuttosto che chiarirsi. E’ successo tutto poco dopo le undici, accanto ad un bar diventato il punto di vendita di ricci e di altri frutti di mare. Lì dove si trovano i fratelli G.G., G.B. ed L.G, di 32, 41 e 38 anni. Gallipolini da generazioni e conosciuti nella parte vecchia e nella parte nuova della città.
Dalla ricostruzione dei fatti effettuata dai carabinieri della Compagnia di Gallipoli, i tre fratelli avrebbero ricevuto una visita inaspettata: C.C., 41 anni. Un uomo che conoscono bene. Da sempre. Uno del mestiere. Come loro.
A sorprenderli sono state le sue rimostranze: li ha accusati di essere stati dei delatori. E cioè di aver segnalato alla Guardia costiera che stesse vendendo ricci anche in questo periodo di fermo biologico (1 maggio-30 giugno).
I tre fratelli non l’hanno prese bene. Sono venuti presto alle mani i tre fratelli con il conoscente C.C., fino all’arrivo delle pattuglie dei carabinieri.
I passanti, infatti, si sono allarmati. E parecchio: prima sentendoli urlare, poi vedendoli venire alle mani. Si è materializzato il pericolo di una tragedia quando sono spuntati quel coltello grandi come quelli usati in pescheria o in macelleria. E la spranga.
L.G., uno dei fratelli, è l’uomo che ha riportato il taglio sulla mano sinistra. Una lesione da difesa: come se avesse voluto fermare la lama del coltello che stava per colpirlo. Un’ambulanza del 118 l’ha condotto in ospedale, mentre i suoi fratelli e C.C. sono finiti in caserma.
Il secondo round è andato in scena nella notte, quando sei colpi di pistola sono stati esplosi contro un'imbaracazione parcheggiata in via Trieste. Si tratta della barca di uno dei tre fratelli, B.G., 37enne del posto. I colpi sono stati sparati da un'arma di piccolo calibro e a quanto pare il responsabile sarebbe già stato individuato e denunciato per spari in luogo pubblico.