Disdette per Spagna e Grecia. Gallipoli scoppia. Di giovani

Disdette per Spagna e Grecia. Gallipoli scoppia. Di giovani
di Antonella MARGARITO
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Venerdì 23 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:08

Centinaia, migliaia: sono i giovani che hanno conquistato Gallipoli, mentre se ne attendono ancora molti altri nelle prossime settimane. 

A luglio le presenze di agosto

Siamo già verso la fine di luglio e a Gallipoli il turismo giovanile impazza: sembra quasi di essere tornati ai tempi d’oro del Samsara e del Gondar. Ma questa volta la musica c’entra poco, c’entra il Covid che ha inibito mete come la Grecia e la Spagna, da sempre di grande attrazione per i ragazzi perché offrono due cose essenziali: movida e bassi costi di soggiorno. Ma in queste ore si stanno moltiplicando le disdette per paura del covid. Meglio restare in Italia.
E allora? Si va a Gallipoli, l’eldorado del divertimento, della movida,  e, se possibile, della trasgressione. È un dato di fatto ormai: la cittadina ionica è il sogno dei maturandi, una meta richiesta ai genitori come regalo per il superamento dell’esame di Stato. Quest’anno sono arrivati pullman interi, pieni di ragazzi che avevano appena sostenuto la maturità: scendono con i loro trolley e le loro scarpe da tennis.

Alla Baia Verde “ronde” pagate dai residenti

Sono tanti, hanno voglia di divertirsi, di fare tardi la sera, di ballare (anche se non si potrebbe ma il modo - come hanno dimostrato le chiusure di tanti locali per serate danzanti clandestine - si trova sempre). Inevitabilmente sono arrivati i disagi, le lamentele e anche qualche atto vandalico. Di più: nella gettonatissima Baia Verde i residenti hanno assoldato le guardie giurate per pattugliare tutta la zona durante la notte.
E poi le discoteche chiuse fanno il resto, visto che l’unico posto dove andare la sera è proprio la città. «Ma no – dice una ragazza di 19 anni di Cuneo che insieme ad alcune amiche alloggia al Victoria Palace –, ma non facciamo nulla di strano, la sera si esce, magari si mangia una pizza, si sta in giro sul corso, ma nulla di più». 
Peccato che non è sempre così e le immagini e i video che girano nel web diventando così virali lo testimoniano. Anche se è vero pure che molti ristoratori parlano di ragazzi che si siedono educatamente ai tavoli per cenare, che sono inappuntabili anche con i loro “per favore” e “grazie”. 

E qualcuno chiede l'esercito

Di certo la città ora suda freddo alla notizia che nei prossimi giorni di giovani ne arriveranno molti, molti di più.
Come affronterà Gallipoli questa nuova emergenza? “Gallipoli Futura”, gruppo di opposizione, giorni fa ha scritto al prefetto Maria Rosa Trio invocando l’esercito come deterrente alle bravate dei giovanissimi turisti. 
«L’esercito magari no, che figura ci facciamo? - dicono i gallipolini -, ma magari qualche controllo in più per strada. Giusto per poter dormire tranquilli la notte».
«Nessuno vuole l’esercito – dice Attilio Caputo, titolare di Caroli Hotels a Gallipoli e Leuca -. Io sono per la programmazione turistica, non quella che si fa oggi per l’indomani ma quella che nasce nei tavoli tecnici ai quali ci si siede con esperti del settore per programmare non la stagione successiva, bensì le stagioni successive. Solo così si potrà capire come gestire l’afflusso dei turisti, la cui pressione antropica deve essere proporzionata alla capienza della città. Occorrono dei tavoli tecnici e personalmente sono disponibile a dare una mano. L’esercito vuol dire emergenza che significa non programmazione. E intanto i controlli possono essere fatti dai vigili per esempio. Dove sono?».
Anche il prefetto invita ad abbassare i toni, spiegando in una nota che «le rassegnate criticità sono state oggetto di un’apposita riunione di Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica», mentre sarebbero già stati intensificati i controlli sul territorio. Come dire? Nessuno si è scordato di Gallipoli. Ma forse nessuno si aspettava tante presenze.
«Bastava programmare per tempo magari l’arrivo di più forze dell’ordine sul territorio – dice il presidente degli operatori turistici Stefan Carlino -.

Anni fa io ospitai i carabinieri del nucleo operativo di Bari; fecero un ottimo servizio con le volanti presenti in Baia Verde e sul lungomare. E comunque sono sempre dello stesso avviso: è vero i giovani sono tanti e tanti ancora arriveranno. Sbagliano? Via, a casa». Già, anche perché lo stesso sindaco Stefano Minerva ha “emanato” nei giorni scorsi una sorta di manuale della buona educazione che gli ospiti devono rispettare. Regola più importante: evitare gli schiamazzi.

Gli operatori: serve più programmazione

È amareggiato Maurizio Bono, il titolare del bar Duomo nel centro storico, preso di mira da un gruppo di ragazzi che di notte avevano scaraventato per aria le sue sedie. «E ognuna di quelle costa 80 euro – racconta -, io farei venire l’esercito, la marina, l’aeronautica, tutti. Qui manca l’educazione, quella proprio di base. Auspico seriamente maggiori controlli. Se quella sedia fosse finita in testa a qualcuno?».
«C’è un’età in cui sembra proprio che la trasgressione sia una esigenza- spiega don Gigi De Rosa, rettore del santuario Santa Maria del Canneto da sempre definito “parroco di frontiera” per la sua lunga esperienza accanto a ragazzi difficili-. Sicuramente occorre incrementare i controlli con una maggiore vigilanza sul territorio. E poi, chissà, occorrerebbe trovare una convergenza tra gli operatori turistici e le famiglie e comunque programmare. Far convergere gli interessi di chi vive di turismo con il resto della città. Occorre armonizzare l’offerta turistica con la vita cittadina, anche quella del pescatore che si deve alzare alle 4 del mattino per andare in mare». 
«L’esercito? Sì se viene a fare la vacanza- ironizza Cesario Faiulo titolare dell’albergo Victoria Palace - ma non abbiamo le forze dell’ordine? Ragazzi neo diplomati, tanti, e pare che ce ne siano sempre di più, perché ci sono sempre meno adulti». Quello di “Gallipoli Futura” è stato una sorta di coup de théâtre che «serve forse a richiamare l’attenzione delle autorità preposte e dell’opinione pubblica- dice Roberto Piro, presidente dell’associazione Abitanti e amici del centro storico -. Nella realtà è poco fattibile e non giocherebbe all’immagine della città. Invece un invio massiccio di agenti di polizia, questo sì. La città ha bisogno di maggiore controllo che per ora è stato blando e poco efficace rispetto al problema ragazzini che, non avendo dove andare a ballare e sfogarsi, si riversano in città, poi in preda ai fumi dell’alcool sappiamo quello che accade: ormai è sotto gli occhi di tutti».

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