Gallipoli, la giungla degli affitti: «Paghiamo poco e tutti guadagnano»

Gallipoli, la giungla degli affitti: «Paghiamo poco e tutti guadagnano»
di Daniela PALMA
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Venerdì 12 Agosto 2016, 16:56
Appartamento a Baia Verde, foto della cucina e delle camere da letto. Centrale, curato, dal balcone si vede il mare. Cinque posti letto, due in matrimoniale, due lettini, un divano. Sono 1.450 euro per cinque notti durante la settimana di Ferragosto. I calcoli dicono 360 euro a testa per quattro ragazzi. «Troppi. Che si fa?». Alternative poche, tempo rimasto ancora meno, i prezzi visti in giro più o meno simili. «Se avessimo scelto una casa in periferia o in altri paesini qui intorno avremmo pagato un po’ meno, ma poi avremmo dovuto affittare una macchina, e con i costi saremmo stati sempre lì», dice Davide Muraro, 24 anni, studente di Treviso. Così la sua comitiva per la vacanza in Puglia - «la mia morosa e un’altra coppia», dice - è passata da 4 a 6 persone. «Abbiamo coinvolto altri amici sapendo di doverci adattare un po’ - il letto matrimoniale lo dividiamo in 3 - però in questo modo abbiamo diviso le spese e contenuto i costi, pagando 120 euro in meno a testa». Ragionamento matematicamente impeccabile, il suo, talmente logico da essere quello dominante per molti dei giovani avventori della costa. Qualcuno spiega che esistono anche le adunate organizzate sul web, a mo’ di “homesharing”, per incrociare la domanda di alloggi e accorpare persone con le quali condividere una casa nel Salento. Il perché, spesso, è nelle cifre fuori budget degli affitti, tutti sopra i 1.000 euro a settimana. Una spesa comprensibilmente lontana dal portafoglio di molte famiglie, che anche per una differente idea di vacanza privilegiano mete più tranquille e lontane dalla movida, e più alla mercé di chi quelle somme può dividerle con i coetanei. «Tanto hai tutto il resto dell’anno per dormire comodo, sei a Gallipoli, ti adatti, no?».

Dal semplice adattarsi al finire in 10 in una casa di poco più di 50 metri quadri, però, come denunciato qualche giorno fa da un blitz delle Fiamme Gialle, il passo è breve. Più articolato è capire da quale piatto della bilancia pendano le responsabilità. «Non sempre i proprietari delle case sanno che l’appartamento affittato a 4 persone in realtà ne ospita il doppio», racconta Luigi, che in zona Lido San Giovanni ci vive tutto l’anno. «Lo sanno se abitano nei paraggi o se passano a verificare la situazione, ma molti dei locali messi in locazione d’estate non appartengono ai gallipolini. Spesso sono persone forestiere o dei paesi vicini. Magari sono persone che vivono all’estero. Molti lasciano la gestione alle agenzie immobiliari e a Gallipoli non ci mettono piede. Così loro si prendono i soldi e qui rimane il caos, gli schiamazzi notturni, l’impossibilità di dormire con le finestre aperte, l’inciviltà nei condomini – tanto non è casa loro, che gli interessa?». Lucia Giannelli, originaria di Parabita, racconta di un contratto annullato proprio in virtù di un sovrannumero di ospiti rispetto a quello pattuito. «Mi avrebbero distrutto la casa», spiega. «Quando ho visto che si sono presentati in 6 mi sono tirata indietro. Pur volendo, 6 posti letto non li avevo e non sarei stata a posto con la mia coscienza sapendoli a dormire per terra».

Le soluzioni last minute, però, si sa, son dietro l’angolo. Alle spalle dello stadio, per esempio, vicino ad un complesso residenziale dove trovano posto decine e decine di turisti, pare appostarsi spesso un ambulante che vende cuscini, con un business che fa di necessità virtù, venendo incontro alle esigenze di chi cerca giacigli alternativi. Diversamente, gettonatissimi sembrano anche i gonfiabili da spiaggia. Una signora delle pulizie racconta di aver a che fare ogni giorno con ragazzi che dormono in cucina, tra materassini e salvagenti. Il proprietario ignaro e in buona fede, in questi casi, per essere in regola con l’ordinanza comunale sul sovraffollamento ed evitare salate multe, deve prendere provvedimenti e denunciare l’accaduto. «Ma se non sei in regola con il contratto d’affitto come fai a denunciare? Ti daresti la zappa sui piedi», continua ancora Luigi. Perché chi specula sugli affitti, lato locatori stavolta, c’è, eccome. Tra cantinette e piani interrati - quando non addirittura box auto – trasformati in alloggio temporaneo, numero di posti letto gonfiato per far lievitare il prezzo contando su brandine sgangherate e improvvisazione, si tratta di un affare che arriva a fruttare anche 5mila euro per il solo mese d’agosto e almeno 7/8mila euro nell’arco dell’intera stagione estiva, una vera boccata d’ossigeno, dunque, in previsione dell’inverno.

Quella che ha tutta l’aria di essere una giungla selvaggia, poi, trova parzialmente sponda nel largo utilizzo dei cosiddetti “affitti brevi”, contratti di locazione turistica che, se di breve durata, sono esenti dall’obbligo di registrazione all’Agenzia delle Entrate. «Non è detto che chi non sigla un contratto d’affitto stia agendo illegalmente», spiega un agente immobiliare che lavora in città. «I contratti di tipo turistico, a differenza dei normali contratti di locazione, sono soggetti a registrazione formale soltanto nel caso in cui la locazione abbia durata superiore ai 30 giorni l’anno, anche non consecutivi, per un massimo di 6 posti letto. Per periodi inferiori, con affitti occasionali e a vocazione non imprenditoriale, si tratta di contratti liberi che rientrano nei diritti di proprietà degli immobili». Aspetto poco noto, però, e ancor meno praticato, è il persistere dell’obbligo di comunicazione dei nominativi degli ospiti in questura e alle forze dell’ordine. L’inosservanza, in un caso come quello di Gallipoli - che anche per l’estate 2016 si conferma la meta più cliccata nei motori di ricerca nazionali sulle case vacanza – e dei suoi afflussi record, crea pericolose e incontrollabili zone d’ombra che mettono a rischio la sicurezza di tutti.
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