Donna morta a 28 anni per una gravidanza extrauterina: una perizia per accertare eventuali colpe

Donna morta a 28 anni per una gravidanza extrauterina: una perizia per accertare eventuali colpe
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Martedì 28 Febbraio 2023, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 09:46

Inizieranno il prossimo 17 marzo le operazioni peritali utili a chiarire le cause della morte della giovane gestante deceduta nel mese di giugno del 2021 a causa di una gravidanza extrauterina. Sotto indagine, con l'accusa di responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario, è finita una ginecologa in servizio presso l'ospedale "Sacro Cuore di Gesù" di Gallipoli.

L'incarico ai periti


Il giudice ha conferito a due esperti l'incarico di analizzare cartelle cliniche e documenti, mentre il marito della malcapitata si è costituito parte civile e ha chiesto un risarcimento di 800mila euro.

La donna, di 28 anni, originaria della Nigeria, si era presentata in ospedale per sottoporsi a una visita ginecologica in seguito ad un'amenorrea che andava avanti dal mese di aprile. Secondo l'accusa, nonostante dall'ecografia fosse emerso un voluminoso fibroma della parete anteriore dell'utero di circa 3 centimetri, la ginecologa non aveva rilevato la presenza della camera gestazionale nella cavità uterina e, quindi, si era limitata a consigliare di eseguire il dosaggio delle beta-Hcg, proteina ad attività ormonale prodotta dall'embrione e utilizzata per la diagnosi dello stato di gravidanza. Nessun accertamento, sempre secondo la tesi dell'accusa, sarebbe stato eseguito per verificare che non fossero presenti gravidanze extrauterine. 

Una patologia rara 


La donna, invece, era in uno stato di gravidanza ectopica cornuale o gravidanza interstiziale, una patologia rara che interessa il 2-4 per cento delle gravidanze extrauterine, con mortalità e morbilità direttamente correlate ai tempi di diagnosi e di terapia. La giovane gestante è quindi morta a causa di uno shock emorragico seguito da emoperitoneo massivo da rottura di gravidanza interstiziale. A seguito del decesso, i fatti sono stati denunciati all'autorità giudiziaria e sul corpo della donna è stata eseguita l'autopsia. Davanti al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Lecce Angelo Zizzari, il 18 gennaio si è celebrata l'udienza preliminare a carico della dottoressa. Il marito della donna, assistito dall'avvocato Giulio Bray, si è costituito parte civile ed ha chiesto un risarcimento di 800mila euro, importo che, ha spiegato il legale nella richiesta, trova giustificazione nella gravità del danno arrecato al suo assistito dalla perdita della moglie. Il giudice ha disposto una perizia medico-legale e ieri mattina ha conferito l'incarico a due periti di Roma, che per conto della Procura ora dovranno analizzare cartelle cliniche, atti e documenti per verificare l'esistenza di eventuali responsabilità in capo alla ginecologa. La professionista ha nominato un consulente di parte, cosa che si è riservato di fare anche il marito della donna per il tramite del suo legale. Le operazioni peritali - alle quali potranno prendere parte anche i tecnici nominati dalle parti in causa - avranno inizio il prossimo 17 marzo. I periti, poi, avranno 90 giorni di tempo per trasmettere al giudice i risultati della perizia. Il 3 luglio ci sarà l'udienza per l'esame della documentazione prodotta. 

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