Cocaina per la movida di Gallipoli: undici arresti per l'operazione "Amici miei"

Cocaina per la movida di Gallipoli: undici arresti per l'operazione "Amici miei"
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Lunedì 17 Settembre 2018, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 13:18

Migliaia di cessioni di droga nella movida soprattutto locale. E tra gli acquirenti c'erano numerosi professionisti della zona, ma anche minorenni.

I Carabinieri della Compagnia di Gallipoli, guidati dal capitano Francesco Battaglia, e quelli del Comando Provinciale di Lecce hanno eseguito 11 provvedimenti cautelari, emessi dal Gip del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Dda, nei confronti di altrettanti soggetti (6 di nazionalità albanese e 5 italiani) indagati a vario titolo per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata e spaccio di sostanze stupefacenti.

GLI ARRESTATI
Gli arrestati sono l'albanese Saimir Sejdini del 1991, Vincenzo De Matteis, pregiudicato 43enne di Taviano, l'albanese Klodian Shehaj, 36 anni, finiti in carcere.

Ai domiciliari invece i fratelli Luca e Pasquale Di Battista, di 26 e 32 anni, entrambi di Taviano, Danel Gjoci, 20enne albanese ma residente a Taviano, Roxhers Nebiu, albanese 27enne albanese residente a Melissano, Gilberto Perrone, classe 1996, di Taviano, Domenico Scala, classe 1997 sempre di Taviano, Enri Shenaj, albanese 25enne residente a Rutigliano. Rrapush Tafa 25 anni, nato in Albania e residente a Racale, si trova invece all’estero perché espulso nel febbraio 2018;

L’indagine è stata condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Gallipoli che ha smantellato un sodalizio criminale che riforniva di cocaina la città e il suo litorale. Accertate migliaia di cessioni di stupefacente per un totale di 360mila euro.

LA GESTIONE
Il gruppo usava un metodo preciso ed efficace, chiamato "drug and drive". La droga al costo di 60 euro per mezzo grammo, veniva ceduta velocemente accostando le auto l'una all'altra. In gergo gli "amici" erano le dosi di droga (da qui il nome dell'operazione "Amici miei"). Ma diversamente dalle altre operazioni nella zona questa volta il mercato si basava soprattutto su acquirenti locali, per lo più professionisti della zona e anche qualche minorenne. L'organizzazione era strutturata come una sorta di piccola holding con affiliati e capi e una serie di società satellite.
Tra i catturati figura anche un pregiudicato elemento di spicco della Sacra Corona Unita, operante a Racale e nei comuni limitrofi.


 

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