G7 in Puglia, l'orgoglio di Mantovano: «Area al centro del mondo. È una scelta non casuale»

G7 in Puglia, l'orgoglio di Mantovano: «Area al centro del mondo. È una scelta non casuale»
di Alessandra LUPO
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Domenica 21 Maggio 2023, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 15:40


Riforme, Autonomia, fenomeno migratorio, Guerra in Ucraina ma anche, ovviamente, il G7 che si celebrerà in Puglia nel 2024 al centro del dibattito con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, ospite dell'incontro dal titolo "Governare il cambiamento. Le sfide, gli ostacoli, le opportunità", organizzato dall'associazione "Lecce Sì" nell'auditorium del Museo provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce. A dialogare con Mantovano, dopo i saluti del presidente dell'associazione Nicola Flascassovitti e del deputato di Fratelli d'Italia Saverio Congedo, il direttore di Nuovo Quotidiano di Puglia, Rosario Tornesello.

I motivi della scelta


«La Puglia offre maggiori garanzie di sicurezza rispetto ad altre regioni e ha collegamenti aerei adeguati con il luogo che ospiterà l'evento - ha spiegato il sottosegretario motivando la scelta -.

E poi c'è un dato simbolico che orgogliosamente rivendico: è sempre stata il luogo di passaggio tra oriente e occidente. Speriamo che oltre ad avere una buona cornice, il G7 che si svolgerà da noi abbia anche la sostanza: risolvere il conflitto in corso».

Località top secret


Nonostante gli indizi, il luogo esatto resta per ora top secret. Ma gli obiettivi che il governo intende centrare sono invece dichiarati e Mantovano ci torna più volte nel corso del dibattito, che parte proprio dal G7 a Hiroshima, abbandonato anzitempo dalla premier Giorgia Meloni per affrontare l'emergenza alluvione. Oggi infatti Meloni sarà a Forlì, e nel Consiglio dei ministri di martedì prossimo il governo emanerà due provvedimenti, il primo riguardo l'estensione dell'ordinanza di Protezione Civile che aggiornerà l'elenco dei comuni in cui intervenire. Il secondo sarà un decreto legge che permetterà ai cittadini di quei comuni di beneficiare della sospensione di tutti i termini fiscali, contributivi, giudiziari. Per poi passare al calcolo dei danni per la ricostruzione.

 


«L'Emilia - prosegue Mantovano - ha già affrontato un terribile terremoto e ha dimostrato una grande capacità di rimettersi in piedi. Tante risorse sono state stanziate negli anni passati per mettere in sicurezza il territorio ma molte non sono state utilizzate. Sul perché sia mancata la capacità di utilizzarle sarà necessario avviare una riflessione, ma questo dopo il soccorso e la ricostruzione».
Sulle possibili cause legate al consumo di suolo, Mantovano taglia corto: «Dovremmo chiederci perché quando si vuole ottenere un risultato si vada sempre in deroga, altrimenti occorreranno molti anni. La sommatoria delle deroghe - entra subito nel vivo - certifica il fallimento del nostro ordinamento». Con un passaggio quasi obbligato sulla recente polemica sulla Corte dei Conti, che ha visto Mantovano al fianco del ministro Raffaele Fitto nel ritenere che i giudici contabili non abbiano la competenza di sostituirsi alla Commissione Ue nel vaglio del Recovery. «Ecco - prosegue - io credo che il ruolo dei poteri che si definiscono indipendenti vada rivisto».

Il dossier riforme


Il dossier delle riforme però è fin troppo gonfio per l'attuale governo, che ripete la necessità di dare stabilità e respiro all'azione politica «anche a livello di credibilità internazionale», spiega il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: «L'obiettivo che abbiamo è garantire il governo di legislatura. Riteniamo di dover garantire la stabilità dell'esecutivo non solo per la necessaria coerenza tra espressione del voto e maggioranza di governo ma anche nel rapporto con gli altri capi di governo», che in più occasioni secondo Mantovano sono rimasti spiazzati dai repentini cambi di maggioranza che hanno interessato il Paese «senza che gli italiani andassero alle urne».
Sollecitato sui rischi dell'Autonomia differenziata nel Mezzogiorno, Mantovano non cede alla tentazione di altri esponenti della maggioranza di governo di diluire la questione distinguendosi dalla Lega: «Non esistono alibi - spiega -: l'autonomia si pone l'obiettivo di renderci tutti più responsabili sull'impiego delle risorse pubbliche. Non possiamo partire dal disastro di alcune regioni e certificarlo: è un contenitore; invece di demonizzarla capiamo come farla funzionare».


Quanto alla riforma della giustizia, Mantovano si difende dalle critiche: «Non commissario i ministri. Ma credo che oggi il governo e Carlo Nordio debbano ovviare ai disastri di Bonafede e Cartabia. La riforma Cartabia è una devastazione fatta a tavolino, prescindendo dalla realtà, con obiettivi raggiungibili con ologrammi e non con persone in carne e ossa». Mantovano tocca uno per uno di temi più caldo, compresa la Giustizia disciplinare che non può continuare a essere nelle mani del Csm, sottoposto a «criteri correntizi». E non ha difficoltà a riconoscere che «la migliore riforma della prescrizione è stata quella del ministro Pd Orlando. «Tuttavia - aggiunge - la riforma Cartabia è collegata al Pnrr perciò sarà un passaggio delicato da gestire». Anche sul Pnrr Mantovano è molto netto: «Fitto ha rivisto la governance e ha fatto bene perché ha centralizzato le decisioni. Ha ripreso anche la delega dell'ex dipartimento di coesione per individuare i criteri sulle necessità dal punto di vista politico non burocratico. È una camicia di forza - prosegue il sottosegretario -, è naturale che qualcosa vada rimodulato, anche perché di mezzo c'è stata l'esplosione di un conflitto».

L'Ucraina


L'ultimo passaggio riguarda proprio l'Ucraina. Mantovano concorda con papa Francesco sul tema della "guerra mondiale a pezzi" rilanciando l'accusa della Farnesina sui mercenari del gruppo Wagner accusati di alimentare i flussi di migranti verso l'Italia. E additando la stessa globalizzazione come fenomeno alla base dell'impoverimento delle aree di maggiore emigrazione. Di qui la rivendicazione del Piano Mattei per l'Africa: «L'Italia è stimata sull'altra sponda del Mediterraneo - conclude Mantovano - perché agisce in maniera molto diversa dall'ottica colonialista di altri paesi in Europa».
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