Fusoliere d'aerei e bancarotta: processo per sei imputati

Fusoliere d'aerei e bancarotta: processo per sei imputati
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Giovedì 23 Febbraio 2023, 21:06 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 07:29

Cinque milioni di euro sottratti al patrimonio della società Processi Speciali dopo la sentenza di fallimento del 15 novembre del 2018. Anche per l’acquisto di opere d’arte. È approdata a processo l’inchiesta del pubblico ministero della Procura di Brindisi, Luca Miceli, e dei finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziario uscita allo scoperto a maggio di due anni fa con tre arresti ed i sequestri. Sarà discussa l’8 giugno davanti alla giudice per l’udienza preliminari, Stefania De Angelis, l’ipotesi della sottrazione al recupero dei creditori dei beni e della liquidità dell’azienda specializzata nei trattamenti speciali di componentistica aerea, fornitrice di società nazionali ed estere quali Boeing Italia e Leonardo.


Pende, inoltre, l’inchiesta del pubblico ministero Giuseppe De Nozza che sta accertando se è vero che sia stata impiegata componentistica struttura non certificata proprietà meccaniche e di resistenza strutturale largamente inferiori con proprietà meccaniche e di resistenza strutturale largamente inferiori per le fusoliere dei Boing 787, con i sequestri dei manufatti a dicembre del 2021. 

I nomi


E se questo filone non è ancora arrivato al giro di boa della chiusura indagini, è già a processo l’altro che contesta la bancarotta, l’evasione fiscale e la truffa. Processo con rito abbreviato la scelta fatta dagli imputati con gli avvocati difensori Francesco Vergine, Francesca Conte, Marco Castelluzzo, Maria Antonietta Martano e Gaetano Castellaneta. Ossia Vincenzo Ingrosso, 75 anni, di Brindisi, amministratore di Processi Speciali dal 14 aprile 2002 al 15 novembre del 2018, data del fallimento; Andrea e Antonio Ingrosso, 49 e 50 anni, di Brindisi; indicati nel capo di imputazione come procuratori speciali dal 12 ottobre 2021 al 5 maggio 2017 e in realtà amministratori di fatto; Luisa Palazzo, 46 anni, di Brindisi, coniuge di Antonio Ingrosso che come tale “eseguiva le direttive al fine di recare danno ai creditori”; e Flavio Elia, 38 anni, di Lecce amministratore di fatto della società Am. Giovanni Montagna, 42 anni, di Lecce, avvocato, intanto ha patteggiato la pena.


Gli imputati sono stati già ascoltati nel processo che contesta la bancarotta a tutti, ad eccezione dell’avvocato Montagna.

In questo capo di imputazione si parla di diverse distrazioni di denaro: 125mila euro per l’uso delle auto aziendali; 85.305 euro di Tfr; 214mila e 85.676 euro a titolo di rimborsi per spese mai effettuate; 61.800 euro per viaggi, acquisti e spese personali; 200.245mila euro per l’acquisto di opere d’arte; 30mila euro per sponsorizzare una squadra di pallacanestro, 69mila euro per affidare alla società Group Art, gestita da Antonio Ingrosso, per l’allestimento di mostre e meeting; e l’intero complesso aziendale del valore stimato di tre milioni e mezzo.

Ingrosso ed Elia


Inoltre Antonio Ingrosso e Flavio Elia devono difendersi dall’accusa di avere distratto dalla Processi Speciali due cabine per la verniciatura del valore di 410mila euro. Ed anche dall’accusa di truffa per i finanziamenti pubblici ottenuti macchinari ed impianti acquistati dalla Mps di Ingrosso dall’Am di Elia, fatti passare per nuovi - questa l’accusa - ma in realtà usati. Infine all’avvocato Montagna ha patteggiato la pena per l’ipotesi di evasione fiscale per emissioni di fatture ad Antonio Ingrosso per prestazioni professionali non svolte o maggiorate.
La verità processuale la stabiliranno le sentenza, fino al pronunciamento dell’ultimo grado di giudizio vale la presunzione di non colpevolezza.

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