Fornari: «Fermi sul binario del cambiamento
La strada maestra resta il confronto»

Fornari: «Fermi sul binario del cambiamento La strada maestra resta il confronto»
di Paola ANCORA
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Giovedì 19 Ottobre 2017, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 11:47
Primo firmatario, insieme al senatore Giovanni Pellegrino, della petizione per chiedere la candidatura a sindaco di Carlo Salvemini lo scorso gennaio, Giuseppe Fornari è ancora oggi fra i primi sostenitori del primo cittadino. Titolare di uno studio legale fra i più accorsati della città, è “padre” di “Una Buona Storia per Lecce”.
Avvocato, dopo la sentenza del Tar - sospesa dal Consiglio di Stato - c’è chi ha sostenuto sarebbe meglio andare a votare subito, chi ha suggerito strade diverse, dando consigli al sindaco Salvemini. Lei cosa gli direbbe?
«Salvemini non ha bisogno di consigli. Da parte mia, sono convinto che continuerà a muoversi con quel profondo senso delle istituzioni, che è stata ed è la caratteristica che lo rende la persona più adatta a fare il sindaco. Se il Consiglio di Stato confermerà il verdetto del Tar, Salvemini si confronterà con il Consiglio comunale e verificherà se ci saranno o meno le condizioni per portare avanti il suo programma, che - sono certo - rimarrà sul binario del cambiamento. Là si misurerà il senso di responsabilità e il profilo istituzionale di ciascuno».
L’alleanza oggi al governo della città dovrebbe temere una nuova campagna elettorale oppure no?
«Il punto è che Salvemini ha fatto bene finora, ha impostato bene il lavoro da portare avanti e ha le idee molto chiare sul futuro della città. Un’altra, ravvicinata campagna elettorale sarebbe certamente un caso eccezionale e anche un piccolo “trauma” per i cittadini e per tutta la politica, compreso il centrodestra, ma non ci sarebbe comunque alcun motivo di aver paura. Penso ci sia un forte feeling fra il sindaco e la città. E penso che si sia consolidato l’ampio movimento civico che ha sostenuto Salvemini: esiste un mondo che oggi spinge verso un obiettivo comune: migliorare i servizi e la qualità della vita dei leccesi».
Nel centrosinistra, a partire dal Pd, c’è chi sostiene che votare in primavera vi avvantaggerebbe: il centrodestra è diviso.
«La questione “si vota prima, si vota dopo” sta a valle di un ragionamento più importante, l’unico che interessa il sindaco e la Giunta e che riguarda esclusivamente l’interesse dei cittadini. Riflessioni speculative su cosa convenga a chi, probabilmente sono altri a portarle avanti».
 
Chi? Vostri compagni di coalizione o si riferisce a leader del centrodestra? Faccia i nomi.
«Nella nostra coalizione c’è grande compattezza attorno a Salvemini e in questi mesi ho visto cementarsi anche un bel rapporto personale fra il sindaco e il suo vice, Delli Noci. Il che, a mio avviso, costituisce anche la prospettiva di un ragionamento futuro. Ho letto l’intervista su Quotidiano all’assessore Poli Bortone: a differenza di quanto lei afferma, un confronto alto nell’interesse della città non equivale a un inciucio. Tanto più se questo confronto avviene alla luce del sole, con obiettivi precisi e mettendo davanti a tutto l’interesse della città».
Fornari, dopo mesi durante i quali i confronti e gli attacchi sono stati durissimi, con quali esponenti del centrodestra ritiene realistico aprire un confronto sulle cose da fare?
«La mia è una valutazione squisitamente ed esclusivamente personale. Mi è sembrato di cogliere un profilo moderato in Mauro Giliberti, che potrebbe essere un interlocutore serio. Ho visto anche altre persone disponibili a confrontarsi nel merito dei temi che il sindaco intende portare avanti, ma secondo me non è questo il punto. Il punto è - in una eventuale situazione “emergenziale” - portare nella sede istituzionale propria, cioè il Consiglio, il programma di governo della città e, su quello, misurarsi. Da qui si deve partire».
E da una unificazione delle realtà civiche in città? È una sua proposta, giusto?
«Sì, l’idea è questa. Naturalmente mi riferisco a tutte le sigle civiche che hanno sostenuto Salvemini al primo turno. Sarebbe un percorso in controtendenza rispetto allo spirito di polverizzazione del centrosinistra su scala nazionale. Un segnale buono e utile dalla “periferia” del Paese».
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