Fuoco e rinascita, si rinnova il rito della Fòcara

Fuoco e rinascita, si rinnova il rito della Fòcara
di Ilaria MARINACI
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Giovedì 16 Gennaio 2020, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 10:52

Dal mito greco di Prometeo che rubò il fuoco agli dei per darlo agli uomini, decretando l'inizio della civiltà, fino agli incendi che, proprio in queste settimane, stanno devastando l'Australia, mostrando forse secondo il parere dei più come quella stessa civiltà potrebbe finire.

I bagliori illuminano la notte Attesi oltre 70mila visitatori
Pizzica e rap. E per la folla piano ad hoc per arrivare

Da sempre il fuoco è simbolo di vita e di morte, di progresso e di rovina, ma anche di purificazione e di nuovo inizio. Nel mondo contadino, il primo e più autorevole detentore delle tradizioni, si era soliti incendiare una grande pira nel cuore dell'inverno per augurarsi il miglior raccolto possibile. Un simbolo di buon auspicio, quindi, che attraverso i secoli è arrivato fino a noi e stasera si rinnova a Novoli per la festa di Sant'Antonio Abate. Torna, infatti, la notte della Fòcara in Piazza Tito Schipa, dove, alle 20.30, prenderà fuoco una montagna alta 25 metri e interamente composta di fascine di tralci di vite (fatta eccezione per la cima, sulla quale capeggiano rametti d'ulivo in omaggio alla lotta contro la Xylella e alla resistenza dei nuovi innesti), riscaldando i 70mila spettatori che si stima si raduneranno intorno all'enorme falò, uno dei più alti d'Europa. L'accensione, come ogni anno, sarà affidata al governatore Michele Emiliano accompagnato dalle autorità locali. Comune e Regione stanno cercando di rilanciare un evento che, originariamente, era stato pensato come il contraltare invernale della Notte della Taranta, capace di attirare nel piccolo comune del Nord Salento residenti e turisti in una festa collettiva nel segno della grande musica e, soprattutto, dell'arte contemporanea. Per alcuni anni è sembrato che questo proposito si stesse realizzando con artisti di fama mondiale approdati a Novoli per vestire la Fòcara con la loro creatività. Pensiamo ai cavalli di Mimmo Paladino, al 7 di Ugo Nespolo, alle rose di Jannis Kounellis e alle incisioni di Hidetoshi Nagasawa.
Novoli, brutta sorpresa alla Fòcara: danneggiata l'opera di Kounellis
Anni esaltanti ma ben presto offuscati dalla crisi economica causata del sovraindebitamento della Fondazione nata proprio per gestire l'evento e commissariata circa due anni fa dalla Regione, socio di maggioranza. Per uscire da questo impasse e ridare slancio a un appuntamento atteso da tutti, si torna a puntare sulla musica con l'Orchestra Popolare della Notte della Taranta e il rapper napoletano Clementino ma, soprattutto, sull'arte contemporanea. Lo dice chiaramente il sindaco Marco De Luca: «Candidiamo Novoli, con la collaborazione dell'Accademia di Belle Arti di Lecce, a diventare museo diffuso di arte contemporanea».
Da cosa si ricomincia? Dai punti fermi del passato e dalle possibili declinazioni future. Ecco, quindi, i due percorsi artistici che caratterizzano questa edizione, ideati con l'Accademia e allestiti al Palazzo Baronale, visitabili fino a domenica, l'ultimo dei quattro giorni del fuoco. Il primo è Arte contemporanea per la comunità, a cura di Andrea Rollo e Lorenzo Madaro, che permette di ammirare una selezione di opere prodotte negli ultimi anni da artisti nazionali e internazionali per la Fòcara, fra cui Paladino, Nagasawa, Nespolo, Baruchello, Kounellis, coinvolti dai curatori Toti Carpentieri e Giacomo Zaza, associata a un'altra selezione di opere provenienti dalla Pinacoteca che testimoniano delle presenze, soprattutto salentine, che hanno operato su un fronte di ricerca d'avanguardia dagli anni Sessanta fino agli anni Novanta. Nomi come Vittorio Balsebre, Rocco Coronese, Edoardo De Candia, Ezechiele Leandro, Antonio Massari, solo per fare qualche esempio.
L'altro percorso, invece, è Sacralità del Fuoco. Identità visuale della Festa di Sant'Antonio Abate di Novoli, a cura di Cristian Cuna. Il manifesto grafico degli studenti della Scuola di Nuove Tecnologie dell'Arte, interna all'Accademia, rivela il culto del Santo e il rito del Fuoco Sacro con uno scopo ben preciso: ripristinare il dialogo tra passato e presente utilizzando la tecnologia come oggetto di studio e ricerca e non come estraneo mal sopportato nel sistema dell'arte e delle scienze sociali e antropologiche. Il filosofo Emmanuel Mounier sosteneva che bisogna indietreggiare per spiccare meglio il volo. Questo si cerca di fare a Novoli. Nel segno del fuoco e di uno dei suoi significati più ancestrali: la rinascita.
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