Operazione “Doppio gioco”, infiltrazioni della criminalità nel settore delle scommesse: blitz della Finanza

Operazione “Doppio gioco”, infiltrazioni della criminalità nel settore delle scommesse: blitz della Finanza
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Venerdì 26 Marzo 2021, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 15:16

Blitz all'alba contro le illegalità nel settore del gioco e delle scommesse. E tre misure cautelari eseguite questa mattina. E' questo il risultato dell'operazione “Doppio gioco” condotta dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, che hanno portato a termine questa mattina l’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal gip del tribunale di Lecce nei confronti di tre fratelli. Si tratta di Giovanni e Pantaleo Rizzo, 58 e 53 anni, di Nardò - il primo avvocato penalista - e di Maria Teresa Rizzo, 55enne. Per i primi due sono scattati gli arresti domiciliari, per la donna invece l'obbligo di dimora.

L'INCHIESTA “DOPPIO GIOCO”

L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e condotta dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Lecce, ha smantellato una rete ritenuta illegale operante nel mercato del gaming e del gioco d’azzardo legale ed illegale nelle province di Lecce e Taranto, gestendo un vorticoso giro d’affari nel settore delle famigerate slot machines, dei videopoker e nella raccolta di scommesse per eventi sportivi, fatte confluire sulle piattaforme informatiche di bookmaker stranieri. 

In tale ambito, le Fiamme Gialle salentine hanno ipotizzato - con elementi di accusa ritenuti sufficienti ai fini delle misure cautelari - che i tre fratelli neretini avrebbero costituito un sistema economico illegale nel mercato della raccolta di scommesse e gioco d’azzardo, noleggiando e distribuendo in numerosi locali pubblici  apparecchiature elettroniche da intrattenimento, alcune delle quali - stando alle contestazioni - alterate nel software delle schede di gioco ed altri dispositivi denominati “totem” riproducenti il gioco illegale del videopoker, idonei a consentire l’accesso a giochi e scommesse a distanza offerti da soggetti privi della necessaria concessione dei Monopoli di Stato, in totale evasione delle imposte e di tutte le regole di mercato idonee a garantire la correttezza e legalità del gioco.  

«La complessa attività investigativa - rende noto la Finanza - ha dimostrato l’operatività dei destinatari della misura cautelare nel settore dei giochi illegali e la loro capacità di inserirsi nel tessuto dell’economia legale anche attraverso imprese individuali formalmente intestate a prestanome e società che, le investigazioni delle Fiamme Gialle, hanno consentito, in realtà, di ricondurre ai vertici del sodalizio criminale». 

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LE SLOT TAROCCATE

I tre fratelli e gli altri indagati avrebbero gestito il gioco d’azzardo anche attraverso slot machine “taroccate”, cioè appositamente manomesse per interrompere i flussi telematici di comunicazione ai Monopoli di Stato, sottraendo in questo modo gli ingenti guadagni all’imposizione dovuta allo Stato sull’ammontare delle giocate realizzate dai singoli dispositivi elettronici.

LE ACCUSE

I provvedimenti restrittivi della libertà personale sono stati eseguiti nel Comune di Nardò e le ipotesi di reato contestate vanno dall’associazione per delinquere, alla frode informatica, all’esercizio del gioco d’azzardo, di quello abusivo delle scommesse, al trasferimento fraudolento di valori per sottrarli ad eventuali misure di sequestro.
Durante le indagini i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce hanno effettuato numerosi sequestri di apparecchiature elettroniche nei confronti dei vari prestanome dei destinatari dell’odierno provvedimento, oltre che presso centri abusi di raccolta scommesse in denaro.

GLI INDAGATI

Accanto ai tre destinatari di misure restrittive della libertà personale, risultato indagati a piede libero nell'inchiesta: Andrea Caputo, 41 anni, di Sannicola; Luca Margherito, 44 anni, di Squinzano; Cosimo Negro, 68 anni, di Galatone; Valentina Polo, 36 anni, di Nardò; Orlando Romano, 58 anni, di Squinzano; Giovanni Saquella, 55 anni, di Squinzano; e Roberta Zuccalà, 44 anni, di Galatone.

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