Le Ferrovie Sud Est cambiano gli orari
senza avvisare: pendolari nel caos

Le Ferrovie Sud Est cambiano gli orari senza avvisare: pendolari nel caos
di Vincenzo DAMIANI
3 Minuti di Lettura
Martedì 18 Ottobre 2016, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 12:44
C’è chi ha perso il treno, chi invece è arrivato in ritardo in ufficio o a scuola o ha dovuto rinunciare ad appuntamenti di lavoro. Per la seconda volta in meno di 20 giorni, Ferrovie Sud Est cambia gli orari di partenza e arrivo delle proprie corse ed è subito caos nelle stazioni, complice una non tempestiva informazione. Decine di viaggiatori, difatti, ieri mattina sono stati colti di sorpresa non avendo ricevuto notizie ufficiali dall’azienda di trasporto. Solamente nel pomeriggio, alle 15 e 30, con una nota Fse ha avvisato della novità: “Si comunica che, in conseguenza delle limitazioni di velocità imposte ai treni a causa dei provvedimenti restrittivi emessi dall'Ustif di Bari e dell'Ansf, a partire da lunedì 17 ottobre gli orari dei treni saranno modificati così come riportati nei quadri orario esposti nelle stazioni e sul sito internet aziendale”.

Era già troppo tardi per i molti pendolari che ogni mattina si spostano con i convogli targati Ferrovie Sud Est e che hanno dovuto sopportare un altro lunedì nero. Ma cosa è accaduto? Fse già lo scorso tre ottobre aveva apportato delle modifiche al suo programma, dopo l’entrata in vigore del limite dei 50 chilometri orari sulle linee sprovviste del sistema di controllo automatico, ma è dovuta intervenire nuovamente per due motivi: primo, perché inserendo il doppio macchinista ha potuto “aggirare” il provvedimento dell'Agenzia nazionale, riportando il limite di velocità da 50 a 80 chilometri orari.

  Seconda ragione, nei giorni scorsi la Regione Puglia aveva chiesto all'azienda maggiore chiarezza nel programma delle corse, ritenendo che non rispettasse il reale tempo di percorrenza dei treni. L'entrata in vigore dei nuovi orari, però, non è stata pubblicizzata con tempestività e così, ieri mattina, i pendolari sono stati spiazzati. Le modifiche non hanno comportato alcuna soppressione, le corse sono state tutte confermate. Come se non bastasse, la giornata di ieri è stata complicata da un improvviso blackout sulla linea Taranto-Bari: dalle 7 e 30 alle 9 e 30 circa, come confermato da Ferrovie Sud Est, il sistema informatico che governa il traffico è andato in tilt e i macchinisti sono stati costretti a bloccare i convogli. Un problema che è stato risolto in un paio di ore ma che ha provocato ulteriori disagi e ritardi. Non sarà una settimana facile per i pugliesi che si spostano in treno, venerdì infatti è stato proclamato uno sciopero nazionale di 24 ore da parte del personale e il rischio concreto è che il trasporto pubblico pugliese possa paralizzarsi del tutto. Le società, compresa Fse, hanno già avvisato i pendolari: “La circolazione automobilistica e ferroviaria – si legge in un comunicato diffuso da Ferrovie Sud Est - potrà subire ritardi e/o soppressioni al di fuori delle fasce orarie nelle quali sono previsti i servizi minimi essenziali ferroviari ed automobilistici (dalle ore 5.00 alle ore 8.00 e dalle ore 12.30 alle ore 15.30). Ulteriori informazioni relative al servizio nella giornata di sciopero potranno essere richieste a: Servizio ferroviario: Bari 080 5462417, Lecce 348 6008175; Servizio automobilistico: per Bari e provincia 080 5462243, per Brindisi e provincia 099 4715902, per Lecce e provincia 0832 668217, per Taranto e provincia 099 4715902”. Intanto, a Roma, i funzionari di Ferrovie dello Stato italiane stanno ultimando gli ultimi passaggi per permettere al cda di approvare definitivamente la fusione di Fse in Fsi. L’assemblea è stata fissata per il prossimo 25 ottobre e potrebbe essere decisiva per il futuro dell’azienda pugliese: a novembre, in Tribunale a Bari, si tornerà a discutere della richiesta di fallimento di Ferrovie Sud Est chiesta dalla Procura. Se il 25 ottobre non dovesse esserci l’attesa fumata bianca, il commissario Andrea Viero si troverebbe in difficoltà a replicare alla tesi degli inquirenti, che sostengono che Fse non è salvabile in alcuna maniera, e a quel punto potrebbe essere avviato il concordato preventivo.
Vincenzo Damiani
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA