Favori agli affiliati e soffiate: ecco gli appoggi politici al clan

Favori agli affiliati e soffiate: ecco gli appoggi politici al clan
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Martedì 5 Settembre 2017, 14:13 - Ultimo aggiornamento: 14:14
Le diverse attività che hanno caratterizzato l’indagine - acquisizione di documentazione, sequestri, escussioni di testimoni - supportate dall’attività tecnica di intercettazione ambientale e telefonica, hanno permesso di accertare come il contesto associativo oggetto dell’indagine si sia nel tempo ramificato sino ad inserirsi nel tessuto sociale e politico del territorio del comune di Sogliano Cavour. Le illecite attività poste in essere dall’associazione sono state in alcuni casi possibili grazie al favoreggiamento se non alla vera e propria collaborazione da parte di commercianti e imprenditori del posto che, riconoscendo al gruppo di Cianci non comuni capacità delinquenziali, hanno acconsentito di soddisfare anche richieste che determinavano il compimento di azioni penalmente rilevanti, come nel caso di Blago Salvatore titolare di una tabaccheria, prestatosi a nascondere le armi di Cianci, o del proprietario di un albergo in cui i “soglianesi” avevano tenuto nascosto il latitante De Matteis Daniele.

L’attività di indagine ha permesso di riscontrare che il gruppo Soglianese aveva instaurato buoni rapporti con alcuni degli appartenenti alle istituzioni pubbliche, tra cui un vigile urbano di Sogliano Cavour, Luigi Antonaci, che intratteneva confidenziali rapporti con Cianci Vincenzo Antonio, grazie ai quali lo stesso Cianci ha avuto la possibilità di venire a conoscenza, durante le fasi delle indagini, di alcuni accertamenti che lo avevano riguardato. Non solo: documentata anche la vicinanza ad un militare dell’Arma dei Carabinieri, Pietro Tramacere, che aveva, tra l’altro, la predisposizione a favorirli in caso di controlli e contestazioni di violazioni al codice della strada.

La popolazione di Sogliano Cavour riconoscendo a Cianci Vincenzo Antonio il ruolo di referente di spicco della locale criminalità organizzata spesso, per risolvere dissidi anche di carattere familiare, richiedeva il suo intervento pur nella consapevolezza del suo ricorso a metodi violenti. Tale particolare situazione è certamente manifestazione di sfiducia da parte della popolazione nelle locali istituzioni che avrebbero dovuto garantire l’ordine a la sicurezza pubblica.

E’ da sottolineare anche la stretta vicinanza di Cianci ad un agente della Polizia Penitenziaria oggi a Lecce, Laura Gemma, ma che all’epoca dei fatti prestava servizio a Genova. Legata a Cianci da relazione sentimentale, quest’ultima oltre ad attestare falsamente giorni di malattia allegando e depositando presso la Casa Circondariale certificati medici ideologicamente falsi per giustificare le reiterate assenze dal lavoro, lo coadiuvava in altre attività illecite (quali furti di gasolio) per le quali svolgeva la funzione di “palo”, nonché, pur essendo consapevole dell’inserimento in un contesto organizzato dell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti di Cianci, nel suo ruolo di referente, ometteva, pur avendo l’obbligo giuridico di farlo nella sua qualità di pubblico ufficiale, sia di denunciare sia di intervenire per interrompere le attività illecite dell’associazione.

Agli arresti domiciliari anche Magnolo Luciano Biagio, ex amministratore del Comune di Sogliano Cavour reo di avere collaborato, all’epoca dei fatti nella sua qualità di assessore alle politiche sociali del Comune di Sogliano Cavour, alla realizzazione dei fini dell’associazione mafiosa, fornendo un contributo significativo consistito nel versare somme di denaro per il sostentamento dei capi detenuti, nel procurare posti di lavoro ad affiliati del gruppo di Sogliano Cavour, per la corresponsione di contributi economici, procurando a Magnolo Carmela l’assunzione presso una società cooperativa.
 
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