Falsi certificati per malattia: indagati finanziere e medico

Falsi certificati per malattia: indagati finanziere e medico
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 20 Gennaio 2021, 07:46

Certificati medici falsi per consentire ad un appuntato della Guardia di finanza di non andare a lavorare per 160 giorni, pur percependo una retribuzione complessiva di poco più di 13mila 300 euro? È la tesi sostenuta nell'inchiesta chiusa dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Maria Consolata Moschettini, e condotta con le stesse Fiamme gialle. Contestate le ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato e di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Ne rispondono al momento l'appuntato R.G., 51 anni, di Monteroni; ed il medico della Asl V.M., 66 anni, di Lecce, con studio a Magliano (frazione di Carmiano).
Difesi dagli avvocati Luigi Covella ed Alexia Pinto, i due indagati hanno ora l'opportunità di fornire alla Procura una diversa ricostruzione dei fatti, chiedendo di essere interrogati o di presentare una memoria. Anche per chiarire se l'appuntato fosse effettivamente affetto da dolori persistenti al ginocchio destro e se il mancato ricorso ad una visita specialistica sia stata una superficialità piuttosto che una scelta deliberata per restare a casa continuando comunque a percepire lo stipendio.


La Procura intanto ritiene che il finanziere non avrebbe dovuto beneficiare di quella certificazione medica perché sarebbe stata rilasciata senza essere mai sottoposto ad una visita. Come se il medico, il suo medico curante, si fosse puntualmente limitato ad assecondare l'appuntato nelle sue richieste di attestati su una patologia che non gli avrebbe consentito di svolgere le sue mansioni nella Compagnia di Lecce della Guardia di finanza.

Temporaneamente inabile al lavoro, insomma.


Un episodio in particolare viene indicato per dimostrare questa tesi: il 13 febbraio il certificato sarebbe stato rilasciato per strada piuttosto che nello studio medico dove il paziente si sarebbe potuto sottoporre ad una visita di controllo per verificare se la patologia fosse rimasta stabile, se si fosse aggravata o se fosse in via di guarigione. Quella data e quella circostanza si trovano nelle carte dell'inchiesta e fanno riferimento ai servizi di osservazione effettuati dai finanzieri delegati dalla Procura a svolgere le indagini.
Vengono inoltre indicati altri certificati medici. Falsi anche questi, secondo gli inquirenti. E portano le date del 21 e del 29 gennaio del 2019, il 5 marzo ed infine il 3 giugno di quello stesso anno: Gonalgia al ginocchio destro, la patologia indicata.


Che avrebbe dovuto essere attestata - siamo sempre sul fronte dell'accusa - da uno specialista ed anche attraverso esami strumentali come una risonanza magnetica per stabilire se si trattasse di lesione al menisco, di artrosi o di altro. E non semplicemente dal medico curante, essendo la gonalgia una patologia che dovrebbe necessitare del parere di uno specialista. Da qui l'ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato in concorso fra i due indagati: gli artifizi ed i raggiri sarebbero consistiti nel simulare una patologia non effettivamente dimostrata, limitandosi alla presentazione dei soli certificati del medico curante. A danno dello Stato, poiché l'appuntato nel frattempo ha ricevuto cinque mensilità di stipendio.

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