Accolta l'istanza di lasciare il carcere di VV per continuare a scontare in affidamento ai servizi sociali la condanna a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso, per l’ex calciatore di Juventus, Palermo e Lecce, Fabrizio Miccoli, 42 anni, di San Donato. La richiesta presentata dall’avvocato difensore Antonio Savoia è stata accolta dal Tribunale di Sorveglianza di Verona.
Detenuto da oltre tre mesi, l'ex calciatore Miccoli chiede la scarcerazione
Miccoli è ora in viaggio verso il Salento dopo aver lasciato il carcere dove si trovava recluso dal 24 novembre dell'anno scorso per scontare la pena definitiva poiché accusato di aver chiesto al figlio di un boss parlermitano il favore di intervenire sul titolare di una discoteca per recuperare un credito 10mila euro vantato da una persona di sua conoscenza. In realtà, Miccoli, prima ancora che dalla vicenda processuale, era stato travolto dalle polemiche per gli insulti rivolti al giudice Giovanni Falcone da lui definito «un fango» nel corso di una conversazione intercettata nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria. Parole pronunciate durante un incontro con Mauro Lauricella, figlio del boss Antonio del quartiere Kalsa di Palermo. «Vediamoci sotto l’albero di quel fango di Falcone»: così avrebbe detto Miccoli riferendosi alla magnolia-simbolo di Palermo e situata davanti all’abitazione del magistrato ucciso nella strage di Capaci. Arrivarono le scuse e le lacrime in conferenza stampa (oltre alla richiesta fatta più volte di incontrare la sorella del giudice Falcone), ma non sono servite ad evitargli una condanna ora diventata definitiva.
Miccoli, la Cassazione sull'ex calciatore: non ebbe vantaggi ma non fermò l'estorsione
La pena definitiva
Ora Miccoli continuerà a scontare a casa la pena definitiva.
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