Ex Massa, parcheggi e negozi sono un miraggio. E manca ancora l'ultimo ok al progetto

Ex Massa, parcheggi e negozi sono un miraggio. E manca ancora l'ultimo ok al progetto
di Stefania DE CESARE
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:52

Solo erbacce. Almeno ora. Diciassette anni per avviare e portare a termine l'iter burocratico (di fatto non ancora concluso) e altri tre anni ne serviranno per realizzare il centro direzionale con negozi e uffici, un mercato coperto e un parcheggio da circa 500 posti auto. La riqualificazione dell'area dell'ex caserma Massa è la grande incompiuta di Lecce per antonomasia. Una ferita nel cuore della città. Non ancora emarginata.

Il progetto

Il mega progetto avrebbe dovuto cambiare il volto di piazza Tito Schipa i cui lavori sono paralizzati da anni tra rinvii, contenzioni, intoppi burocratici, ritardi e promesse disattese che la città ha pagato e continua a pagare caro in termini di degrado (il cantiere nelle sue fasi di stop è stato spesso oggetto di incuria), viabilità (l'offerta di parcheggi è da sempre insufficiente) e, più in generale, di attrattività del centro.

La storia inizia nel lontano 2005 con il bando indetto dal Comune per la riqualificazione in project financing (investimento privato in un bene pubblico) dell'intera area attraverso un'operazione a costo zero per l'amministrazione. Il primo intoppo nasce dallo scontro tra la società De Nuzzo & C. costruzioni, guidata da Sergio De Nuzzo, aggiudicataria dell'appalto, e l'architetto Gianni Francia: inizialmente il progetto preliminare portava la firma di entrambi, poi le parti si sono separate per divergenze sulla versione definitiva, tanto da presentare due elaborati diversi.

La diatriba termina il 6 dicembre 2010 con la sottoscrizione della convenzione (dopo 5 anni perduti tra ricorsi e impedimenti burocratici) e la presentazione del primo progetto definitivo.

I problemi

La strada è in salita. Sulla scorta dei ritrovamenti dei resti della Chiesa di Santa Maria del Tempio e dell'annesso convento, individuati dopo alcune indagini archeologiche eseguite in area cantiere, arrivano i primi pareri con prescrizione da parte della Soprintendenza che comportano modifiche al progetto iniziale. Nel 2014 la Direzione Generale dei Beni Culturali, esaminati tutti gli elaborati, indirizza la progettazione verso la conservazione dell'intera fabbrica religiosa. Un'altra disputa giudiziaria: Palazzo Carafa e la ditta esecutrice presentano (con successo) ricorso al Tar e il Ministero dei Beni Culturali va al Consiglio di Stato.

Nuovo stallo al cantiere. E i tempi si allungano. Nel 2015 le parti in causa individuano una soluzione progettuale condivisa in grado di coniugare i diversi interessi: conservare e valorizzare i resti archeologici e procedere con il progetto. È la promessa di un riavvio dei lavori in tempi brevi, ma il cantiere non si sblocca. Motivo? Nel 2016 la Sovrintendenza, nelle more della individuazione del finanziamento per il consolidamento delle strutture della chiesa, chiede che vengano adottate misure per preservare la struttura dal degrado. La ditta De Nuzzo va avanti gli scavi e il Comune procede con il trasferimento dei resti dell'antico sito religioso all'interno del Liceo artistico Ciardo-Pellegrino. Tra ritardi e lungaggini burocratiche, le operazioni di svuotamento archeologico vanno avanti fino ai primi mesi del 2021.

Il futuro

E siamo a oggi. A sei mesi dalla presentazione dell'esecutivo (rilasciato dalla ditta il 6 agosto scorso) manca ancora l'approvazione. Il Comune giura che arriverà a stretto giro. Una volta avuto il via libera, la ditta De Nuzzo avrà bisogno di 3 anni per realizzare l'opera. «Non nascondo che sono stati anni complessi - afferma Sergio De Nuzzo, titolare dell'impresa - e vari fattori hanno contribuito ad allungare i tempi. A incidere maggiormente è stata la burocrazia legata alla Soprintendenza che ha avuto un peso determinante, insieme alla mancanza di decisione e di professionalità. E soprattutto in merito ai ritrovamenti non si è tenuto conto del reale valore nonostante pareri contrari. Sarà nostro interesse procedere celermente e cercheremo di velocizzare le operazioni anche se si tratta di un'opera importante che richiede del tempo».

Il complesso accoglierà edifici direzionali e commerciali, un mercato coperto, il posizionamento della storica tettoia Liberty. E poi il parcheggio su tre livelli interrati destinato alla sosta a rotazione pubblica per una capienza complessiva di 466 posti auto. De Nuzzo realizzerà a proprie spese il progetto (da 25 milioni), mantenendone la concessione per 43 anni. Alla scadenza di tale periodo l'area tornerà al Comune. I resti dell'antico sito religioso? Il Comune è alla ricerca dei fondi necessari per il recupero di una parte reperti che torneranno sulla piazza. È conto alla rovescia per l'approvazione del progetto esecutivo, ultimo step per avviare le ruspe. «Ai fini della validazione del progetto è stato richiesto un supporto tecnico da alcuni docenti dell'Università del Salento spiega l'assessore ai Lavori, Pubblici Marco Nuzzaci - e il concessionario sta provvedendo alle integrazioni richieste. Poi, si procederà ad acquisire le relazioni di verifica definitive e all'approvazione previsto in Giunta per febbraio».

Non finisce qui. «Si è reso necessario - conclude l'assessore - un nuovo parere dei vigili del fuoco per intervenute normative sui parcheggi interrati e che abbiamo acquisito a settembre. Ci sono tempi tecnici da rispettare e sulla procedura non abbiamo mai abbassato la guardia. Però, abbiamo dire di aver superato tutti gli ostacoli che in questi anni hanno allungato l'iter e siamo pronti a realizzare l'opera». Una nuova promessa. I cittadini scalpitano. E le erbacce crescono.
 

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