Gli ex detenuti si trasformano in pasticcieri: pronte cento colombe pasquali per aiutare i bimbi ucraini

Davide De Matteis
Davide De Matteis
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Venerdì 15 Aprile 2022, 19:43 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 18:18

Dal carcere al laboratorio gastronomico per produrre colombe pasquali e donare il ricavato all'Unicef per l'Ucraina. Quest'anno la Pasqua ha il sapore dolce del riscatto e della solidarietà a Lecce grazie a un imprenditore lungimirante, Davide De Matteis, patron del 300mila.

L'ideatore del progetto

Tre anni fa De Matteis ha creato la Social Food Corporation, che da sede dell'ex carcere minorile è diventato un laboratorio gastronomico inclusivo che offre nuove chance di inserimento lavorativo ai detenuti a fine pena.

Un progetto voluto per donare valore e dignità ai detenuti che tornano alla vita normale dopo aver saldato il loro debito con la giustizia. Un modo per aiutarli ad essere autonomi e a sentirsi di nuovo cittadini. L'obiettivo del progetto, avviato insieme al ministero dell'Interno, è di assumere venti ex detenuti del carcere di Lecce. Per il momento sono tre i detenuti coinvolti nel progetto e al lavoro sulla produzione delle colombe pasquali.

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Il laboratorio

Nel laboratorio, dove è attivo un percorso di formazione di pasticceria e di cucina, si producono confetture, conserve, sughi, pane, frollini, pasticciotti, cioccolato, latte di mandorla e tanti altri prodotti salati e dolci, come anche la "Colomba 300mila per l'Ucraina" in limited edition (solo 100 pezzi), confezionata con i colori dell'Ucraina e prodotta dal 300mila nel laboratorio Social Food Corporation per raccogliere fondi da destinare all'Unicef per l'Ucraina.

I numeri

Nell'attuale mondo carcerario italiano solo il 34% dei 54mila reclusi è impegnato in un lavoro (15.827 alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria e 2.130 di cooperative esterne), secondo il recente studio «Valutare l'impatto sociale del lavoro in carcere» promosso da Fondazione E. Zancan, Compagnia di San Paolo, Fondazione Con Il Sud e Fondazione Cariparo con il patrocinio del Ministero della Giustizia. Eppure con l'inserimento lavorativo il tasso di recidiva scende e la produttività sale. Se il 50% dei detenuti in Italia fosse impiegato nelle aziende produrrebbe un fatturato di 900 milioni di euro in più all'anno. 

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