Spiagge libere, rischio caos. Comuni senza certezze: «Da soli non ce la faremo»

Spiagge libere, rischio caos. Comuni senza certezze: «Da soli non ce la faremo»
di Alessandra LEZZI
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Giovedì 14 Maggio 2020, 09:09
Le linee guida sulla balneazione 2020 stilate da Inail e Istituto superiore della Sanità non riguardano soltanto gli stabilimenti balneari (già peraltro sul piede di guerra) ma anche, come è ovvio, le spiagge libere. La cui gestione è di competenza dei Comuni. Distanziamento sociale, sicurezza sanitaria, contingentamento degli ingressi, sanificazione e servizio di salvataggio. In tempi di coronavirus la scelta sembra non avere più di due opzioni: organizzarsi per offrire un servizio che implica un'assunzione di responsabilità non da poco oppure chiudere l'accesso alle spiagge libere. Anche in questo caso, assumendosene la responsabilità politica. E i sindaci chiedono aiuto al decisore capitolino.

Nel Salento, dall'Adriatico allo Jonio, il grido d'allarme è quasi unanime: i conti dell'erario non fanno stare tranquilli. Ad aver invece già individuato programma soluzioni specifiche è il primo cittadino di Otranto. «Per la costa rocciosa extraurbana faremo un'ordinanza che impone un distanziamento di due metri e quindi uno spazio di circa quattro metri quadri a persona spiega Pierpaolo Cariddi -. Stiamo parlando di contesti naturali rocciosi dove è comunque difficile che si crei assembramento».

Diverso il discorso per la parte di arenile nella zona extraurbana: «Per gli spazi liberi tra una concessione demaniale e l'altra imporrò il divieto di balneazione- aggiunge lo stesso sindaco di Otranto - e sono aree troppo piccole per essere gestite in questo momento di emergenza. Affiderò ai concessionari pulizia e controllo su quegli spazi. Libera fruizione -continua Cariddi - nella zona degli Alimini, lunga più di un chilometro. Un progetto possibile grazie ad un finanziamento di fondi regionali già vinto. Sarà creato un areale di sicurezza, per ombrellone e due postazioni, e consegnati dei kit con quattro stecche e una corda per la perimetrazione. Per la vigilanza ci faremo assegnare qualcuno dall'azienda che si è aggiudicata l'appalto per la sanificazione di quel tratto, finanziato con gli stessi fondi regionali».

Ma non è tutto. Da Otranto puntano ad utilizzare i percettori del reddito di cittadinanza per il controllo dell'area del molo. «Disegnerò io areali areali, anche a forma di stelle, per la delimitazione degli spazi sulle banchine, che potranno essere anche più piccoli per la fruizione del singolo con asciugamano - aggiunge il primo cittadino - ci saranno dei percorsi a senso unico in entrata e in uscita e i beneficiari del reddito si occuperanno del controllo e della pulizia. In ultimo, abbiamo pensato alla spiaggia urbana vicino al faro: faremo un appalto per la pulizia, il servizio di salvamento e picchettamento con la creazione dei corridoi di fruizione a senso unico. Il tutto con fondi del bilancio comunale».

Qui, dunque, la stagione sembra essere salva. Ma nel resto del Salento i conti in rosso delle casse comunali non consentono grandi spazi di manovra. Ieri mattina a parlarne per primo, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini durante la sua consueta diretta social: «Sono certo comprenderete dice ai cittadini la complessità della gestione delle spiagge libere in questa situazione. Noi abbiamo già fatto un censimento dei lotti e la determinazione delle capienze e possiamo anche immaginare una piattaforma di prenotazione obbligatoria come quella che stiamo sperimentando per i parchi. Ma l'anello più delicato di questa catena è la disponibilità di risorse umane e finanziarie per il controllo degli accessi, il mantenimento del distanziamento, l'igiene e la disinfestazione sistematica».

La linea, dunque, è stata scelta. Rimarca lo stesso concetto l'assessore alle Marine di Palazzo Carafa, Rita Miglietta: «Lecce non vuole rinunciare a garantire a tutti di poter andare al mare in sicurezza ma senza stanziamenti da parte del Governo sarà difficile che le amministrazioni possano farsi carico da sole di servizi e monitoraggio».
Pensa alla creazione di un'App specifica anche il sindaco di Melendugno Marco Potì, che però ribadisce: «Non avremo quest'anno i flussi economici degli altri anni. Senza fondi da Roma siamo in difficoltà. Possiamo immaginare una collaborazione con i concessionari ma resta imprescindibile la gratuità delle spiagge libere».

Pone il problema delle risorse anche Stefano Minerva, primo cittadino a Gallipoli: «La coperta è quella anche in termini di personale. Possiamo pensare ai percettori di reddito di cittadinanza ma non basterebbe».
C'è preoccupazione anche nelle parole di Salvatore Albano, sindaco di Porto Cesareo, uno dei litorali maggiormente presi d'assalto in estate: «Non so come potremo gestire tutto questo senza un supporto economico. E c'è da considerare che con la crisi economica in atto saranno molti di più quelli che sceglieranno la spiaggia libera. Come faremo?».
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