Eolico offshore al largo delle coste del Salento: «Pale visibili dai palazzi dei centri storici di Lecce e Brindisi»

Eolico offshore al largo delle coste del Salento: «Pale visibili dai palazzi dei centri storici di Lecce e Brindisi»
di Stefania DE CESARE
4 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:29

I dubbi non mancano: effetti sulla fauna marina, sui fondali, sulla posidonia e sulla sicurezza rispetto alle attività legate alla navigazione. E poi l’impatto visivo, con le pale che saranno visibili anche dalle terrazze dei centri storici di Brindisi e Lecce
Sul parco eolico offshore al largo del Nord Salento, gli uffici di Palazzo Carafa chiedono chiarimenti: «Sono tanti gli aspetti di cui si hanno pochi dettagli. C’è la necessità di ulteriori valutazioni». Entra nel vivo il dibattito per la realizzazione di impianti eolici nelle acque delle marine di Lecce. Ieri mattina il progetto (Kailia Energia) presentato al Ministero da Falck Renewables, che prevede l’installazione di 98 pale alte massimo 300 metri nel tratto di costa compreso tra Brindisi e San Cataldo, è stato analizzato in commissione Urbanistica, convocata dalla presidente Paola Povero per discutere «alla luce delle forti perplessità in riferimento all’impatto ambientale e territoriale». 
 

L'assessora: valutare svantaggi e benefici

Al momento il Comune di Lecce è ancora al lavoro nella redazione di valutazioni ed osservazioni da trasmettere al Ministero e da inserire nello Studio di impatto ambientale. «L’approccio migliore per affrontare la questione è valutare gli aspetti negativi ma anche quelli positivi – ha dichiarato l’assessora alle Politiche urbanistiche, Rita Miglietta -. Dobbiamo tenere presente le ripercussioni negative ma anche la necessità della diversificazione delle fonti energetiche». In commissione sono intervenuti i tecnici del settore Ambiente e Urbanistica di Palazzo Carafa che si sono dimostrati cauti rispetto al progetto (la cui autorizzazione è ministeriale) che risulta privo di alcuni dettagli.
«Mancano riferimenti specifici sulle attività e che la società rimanda a ulteriori approfondimenti successivi di cui non abbiamo visione – ha sottolineato Luciano Mangia, funzionario dell’ufficio Ambiente -. Abbiamo analizzato la proposta e le schede sugli impatti ambientali, a partire dalla visibilità che è importante. Nel progetto si fa riferimento alla possibilità che le pale possano essere visibili anche dalle terrazze dei centri storici di Brindisi e di Lecce». 

 

Visibilità 

Come riportato nella relazione tecnica sulla valutazione dell’impatto visivo, il parco eolico “sarà visibile nella sua interezza (livello di percentuale tra 81-100%, ma con una percezione tra media e bassa) nel settore costiero e retrostante, tra l’area poco a Nord di Brindisi e quella poco a Nord di Otranto”. In sostanza significa che “specialmente nell’entroterra idealmente solo osservatori elevati (terrazze di edifici) e in condizioni di assenza di foschia, potrebbero osservare il parco eolico, mentre dalla linea di costa il parco sarà visibile nella sua interezza”.
«Anche l’impatto acustico va approfondito perché potrebbe avere ripercussioni sulla fauna marina – ha aggiunto Mangia -. La società dovrà chiarire anche le modalità di ancoraggio perché bisognerà tenere conto dei riflessi che queste possono avere sulla fauna marina, sul fondale e sulla posidonia. Bisognerà fare un discorso sulle attività di pesca (visto che l’area sarà data in concessione) e anche sulla sicurezza legata alla navigazione: nel progetto non abbiamo trovato indicazioni sulla gittata delle pale e su eventuali scenari in caso di rottura». 

 

Diversificazione energetica

Cauto anche Claudio Sanapo dell’ufficio Urbanistica: «Bisognerà fare delle riflessioni sull’aspetto paesaggistico in quanto siamo nelle vicinanze di aree Sic. Anche l’impatto sulla visibilità è da valutare. Nella proposta si parla di visibilità minima anche dal centro storico. E questo vuol dire che l’impatto ambiente c’è. Ovviamente bisogna fare un contrappeso anche con i benefici che si otterranno con la realizzazione dell’opera». 
E sulle prime valutazioni degli uffici emergono i dissidi politici. Per Gabriele Molendini (Lecce città pubblica) «non si può essere contrari a priori. Bisogna fare delle attente riflessioni rispetto ai benefici e rischi insiti nel progetto». Sulla stessa linea Alessandro Costantini Dal Sant (Coscienza civica): «Non siamo sfavorevoli a prescindere. È necessario valutare gli impatti paesaggistici anche rispetto a una economia del territorio basata sul paesaggio. Ma non dobbiamo dimenticare la necessità di diversificazione energetica».

 

Il fronte del no

Dall’opposizione invece c’è il “no” di Adriana Poli Bortone: «Sul piano energetico, con la realizzazione di Tap e con il suo raddoppio annunciato dal ministro Cingolani, e con lo stop alla riconversione di Cerano, il nostro territorio sta già facendo la sua parte». A margine della commissione, la posizione di Io Sud: «Cedere anche la nostra costa – afferma Mirko Zacheo, segretario provinciale - con danno alla pesca, la diportistica, la fauna marina, il paesaggio, l’orizzonte libero che ci fa godere persino della visuale delle montagne d’Albania, sarebbe un colpo mortale per l’economia ed una ulteriore violenza sul nostro mare».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA