«Vendetta contro Dio: ucciderò Daniele e poi altri se non trovo una ragazza». Ecco il diario choc dell'assassino dei due fidanzati

«Vendetta contro Dio: ucciderò Daniele e poi altri se non trovo una ragazza». Ecco il diario choc dell'assassino dei due fidanzati
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 09:29

«Ho deciso. Se entro la fine di quest’anno non avrò una ragazza, ucciderò». Una promessa fatta a se stesso da Antonio De Marco nella pagina del diario che inizia con la data del 29 gennaio. Una promessa mantenuta (purtroppo anche con largo anticipo) dal 21enne di Casarano in carcere per l’omicidio confessato degli ex conquilini Daniele De Santis e di Eleonora Manta, uccisi la sera del 21 settembre nella loro casa di Lecce, in via Montello. Il primo outing dello studente di Scienze infermieristiche, del proposito di ammazzare. Cominciando da Daniele per poi continuare a colpire a caso per fare soffrire il genere umano che non lo ama. Lo ignora. Ed in particolare le ragazze: «Uccidere tutte le tr. di questo mondo. Le ragazze perché sono solo delle tr., ma perché nessuna mi vuole?», scrive De Marco il 7 agosto nella stessa pagina del quadernone a quadretti diventato il diario delle memorie della sua trasformazione in un criminale spietato. Il diario dei mille perché scritti in maiuscolo, anche 50 volte nella stessa pagina. 

E aggiunge altro ancora quel giorno del 7 agosto in cui rompe tutti gli indugi, in cui viene meno qualsiasi freno inibitorio. In cui si trasforma nel personaggio chiamato Vendetta a cui dedica poi 15 pagine scritte al computer e arricchite di diverse immagini di personaggi di fantasia pescati dalla letteratura fumettistica dell’horror: «Voglio farlo, voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi». Il 21 agosto scriverà: ucciderò Daniele (in coda all'articolo, la trascrizione delle pagine del diario; qui sotto, la foto dello scritto del 21 agosto).

L’ammissione di avere il profilo da serial killer individuato dai magistrati della Procura di Lecce e dai carabinieri la stessa sera del sopralluogo nella palazzina di via Montello, al 9, non fosse altro per come sono stati ridotti i corpi di quei giovani innocenti su cui De Marco ha infierito - come stabilito in seguito dal medico legale Roberto Vaglio - con 75 coltellate: «Ho già le chiavi potrò uccidere Daniele....mi piacerebbe una donna per prima, ma penso che così sarà una buona base di partenza», ancora nel diario del 7 agosto.

È uno scendere negli inferi di Vendetta e risalire nella realtà di un ragazzo di 21 anni che si chiede perché le ragazze non lo vogliano e perché si senta così solo, quel diario. Un confronto duro, nato, lo fa capire, nelle tante ore di solitudine: «Odio la domenica», scrive proprio una domenica, il 13 gennaio. Per poi ricordare quanto gli piaccia frequentare la scuola di infermieri al Fazzi e l’amicizia con le due compagne di corso: «Con loro sto bene», la frase tutta in maiuscolo e con due punti esclamativi, che si trova nelle pagine scritte domenica 26 gennaio. Qui De Marco racconta dell’amore non corrisposto e di quanto ne abbia sofferto: «Due giorni fa mi sono dichiarato a... le ho detto che mi piace... inutile dire quanto sono stato male. Ma non posso rinunciare a lei, devo tenerla almeno come amica. Se perdo... e ..., che cosa mi rimane?».

"Vendetta" resta sempre lì sullo sfondo e ricompare anche quando Antonio De Marco sembra prevalere sugli istinti peggiori che albergano nella sua mente: «Sono contento di queste mie due vittorie», riporta ancora una volta in maiuscolo, nel diario del 7 febbraio quando racconta del senso di disagio e di solitudine che lo stava prendendo quella sera in cui andò in pizzeria con altri ragazzi.

Il 26 febbraio, tuttavia, riemerge il piano sanguinario: «Mi sto un po’ rassegnando all’idea di stare solo, è inutile girarci intorno, ormai troppo tardi, non so fare nulla, avrei dovuto imparare prima queste cose, ora sono troppo inesperto». Chiosa con due righe da brivido: «Ciò nonostante sono ancora intenzionato a fare quella cosa, il problema è che ho paura che qualcuno mi veda».

Domenica 1° marzo compare per la prima volta l’elenco del corredo da killer.

Sotto due righe di commento della giornata in cui De Marco appare tranquillo: dice di essere stato in giro e di non avere avuto alcun problema. La lista, come la definisce: «Lenzuolo, mascherina, guanti, camice, corde, fascette da elettricista, corpi scarpa, nastro (anche quello biadesivo), foto di Gesù e della Madonna, scegliere le cose da cancellare dal pc e dalla cronologia, arma». Il 25 maggio un nuovo elenco in cui aggiunge bisturi, pinze e calmante. 

È marzo, il mese in cui lo studente sembra ormai preda di "Vendetta". Il 6 ne scrive come del suo alter ego, ma anche di altri personaggi di fantasia rappresentativi dello stesso lato oscuro dell’umanità: «Vendetta non dorme la notte, Peste non può mangiare nessun cibo, Morte vede sempre le sue mani sporche di sangue, Distruzione non riesce più a guardare nessuno negli occhi neanche se stesso di fronte allo specchio e se anche io fossi maledetto? E se la mia maledizione fosse quella di non essere mai amato da nessuno? Cosa devo fare per essere amato?».

Il 31 marzo butta giù quattro righe. Nelle ultime due riemerge il livore verso le donne. «Vittime: giovani donne, studentesse. Nato per uccidere? Ero stato preso in giro a scuola». Agosto. Il 7 si scaglia contro le ragazze riempendole di insulti sessisti scritti anche questi a caratteri cubitali con una grafia a tratti incomprensibile, quasi fosse uno sfogo più che una comunicazione. Il 21 cita ancora Daniele. Un mese dopo lo ammazza brutalmente. Ed ammazza anche la sua donna, Eleonora.

Dal diario del 7 agosto
“Mercoledì ho avuto una crisi, mentre stringevo il cuscino ho pensato che a differenza mia gli altri abbracciano delle vere ragazze e così sono scoppiato a piangere. Ho comprato qualche attrezzo... voglio farlo, voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi. Ho accettato la stanza, nella stessa casa di F. e ho già le chiavi e da qui quando andrò via potrò uccidere Daniele... mi piacerebbe una donna per prima ma penso che così sarà una buona base di partenza”.
Segue un’intera pagina di perché scritti tutti in maiuscolo. Poi Antonio De Marco riprende a raccontare di non essere amato: “Ogni giorno che passa sembra che divento sempre meno amato, ma che ci posso fare? Non è colpa mia se nessuna mi ama! Ci sono tanti c...oni e teste di c. con un carattere di m. che hanno sempre tutte le ragazze che vogliono. E io che sono gentile con tutti non ricevo mai niente! Qualcuno dovrà pagare, non mi importa chi, perché non sono amato? Perché non posso avere una ragazza?”.

Segue ancora un’altra sfilza di perché fino a quando la stesura riprendere con un’esplosione di livore contro il genere femminile: “Ucciderò tutte le troie di questo mondo, le ragazze perché sono solo delle troie, ma perché nessuno mi vuole?”.

Ed ancora tanti perché. Otto in tutto in una pagina. “Io non voglio essere così, non voglio diventare così, non voglio, che cosa posso fare? Mi dimostro disponibile con tutti, sorrido a tutti, perché nessuno mi ama?”. Il diario di quel giorno finisce con una pagina e mezzo di perché scritti in modo molto irregolari, come se De Marco fosse in preda ad un attacco di rabbia.

Dal diario del 21 agosto
“Mercoledì sono stato malissimo, veramente male, mai stato così male finora. Ho pregato la madonna in ginocchio affinché facesse finire tutto quel dolore ma non è successo, non so cosa fare mi sento morire. Ma perché non sono amato da nessuna? Ma faccio veramente così schifo? Io voglio stare bene e se non posso allora farò stare male anche gli altri, ho deciso di uccidere Daniele, voglio prendermela con qualcuno, perché devo essere l’unico a soffrire? Se Dio, se il destino, se il caso non vuole che Daniele e altre persone muoiano, allora deve farmi incontrare una ragazza che voglia stare con me, altrimenti non mi fermerò mai ed ucciderò sempre più persone. Ho deciso di intraprendere una vendetta, una vendetta contro Dio, il mondo e la mia vita, la vita che odio così tanto”.

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