Il giapponesi di Onward vendono la Iris Sud

Il giapponesi di Onward vendono la Iris Sud
di Pierpaolo SPADA
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Giovedì 17 Dicembre 2020, 21:20

Nel Salento si stanno trattando affari d’oro all’ombra della pandemia. L’ultimo è stato chiuso venerdì e potrebbe implicare effetti a livello internazionale. L’holding nipponica Onward Luxury Group ha venduto a Nemo srl la controllata italiana Olg spa, che è proprietaria anche della Iris Sud di Casarano, piccolo regno delle calzature di lusso. 
La cessione è ufficiale. Lo conferma, interpellato da Quotidiano, l’ex manager di Olg spa e attuale direttore finanziario di Nemo srl, Antonello Orunesu Preiata: «Il management del gruppo italiano ha fatto un’operazione di “management buyout”, cioè ha rilevato il gruppo per cui lavorava diventandone proprietario tramite un veicolo che si chiama Nemo srl. In altre parole, è un’acquisizione fatta dallo stesso management che fino a oggi ha gestito e condotto il gruppo». 
Nemo srl è, dunque, una società neo costituita dal presidente Fabio Ducci (che fino all’11 ha ricoperto stesso incarico in Olg spa), dal vicepresidente Franco Penè (presidente di Olg fino al 2018 e numero uno di Gibò) e dallo stesso Preiata. E oltre alle azioni di Olg spa ha rilevato anche quelle di Olg Inc (Usa), Olg Sarl (Francia), Green Iris kft (Ungheria) e delle italiane Olg Lab, Maglificio Erika srl e Frassineti srl.
A dettar la cessione alla holding giapponese sarebbe stata la caduta del business generata dal Coivd: «Honward Holding - si legge sul sito nipponico Fashionsnap.com - ha promosso riforme strutturali del business globale come il ritiro da attività non redditizie e la riduzione delle dimensioni dall’ottobre scorso». 
Tra queste è elencata anche l’uscita da Olg spa, così motivata: «Recesso dall’attività non redditizia di Olg spa e trasferimento di azioni a causa del deterioramento del contesto economico delle imprese estere centrate sull’Europa a causa della diffusione della nuova infezione da coronavirus, che ha avuto un impatto significativo sull’andamento degli affari del gruppo. Attraverso questo trasferimento di azioni, la società intende favorire la concentrazione delle risorse gestionali nei settori in crescita del gruppo e stabilizzare la propria base reddituale per migliorare e rafforzare la propria posizione finanziaria». <QA0>
I giapponesi ritenevano, quindi, non più redditizia Olg spa e l’hanno venduta ai manager italiani (costituiti in Nemo) che, intanto, le hanno già cambiato nome: ora è per tutti HIM, acronimo di High Italian Manufacturing. Ed è già un programma.
Ma quale effettiva evoluzione - se prevista - attende le fabbriche italiane oggetto dell’operazione di cui dà voce anche l’Istituto del commercio estero (Ice)? «Abbiamo condotto l’operazione sulla base della disponibilità dell’azionista di maggioranza di vendere il gruppo al fine di garantirne la permanenza in Italia. Per cui - spiega il direttore Preiata a Quotidiano -, il portfolio clienti è invariato e tutte le fabbriche italiane resteranno attive, non ci sarà nessuna dislocazione. Anche lo stabilimento Iris Sud di Casarano, che per noi è strategico - evidenzia -, resterà dov’è». Con tutti i suoi 80 dipendenti? «Questo - ammette il Cfo - lo verificheremo con i sindacati. Noi abbiamo comprato il perimetro e rimarrà così com’è». Senza aggiungere altro, il manager lascia, però, prevedere una possibile riorganizzazione che, in parole povere, significa tagli: «Beh, in tempi di crisi - replica -, noi abbiamo la responsabilità di preservare al massimo la forza lavoro ma, al contempo, anche la vita delle aziende. Quindi, compatibilmente con tutto quello che saranno i vari decreti, oggi la forza lavoro rimane così com’è». 
Qualche dubbio, insomma, trapela.

Apprendiamo pure che un primo approccio (telefonico) tra azienda, sindacati e Confindustria è già avvenuto. Ai fini del riassetto si terrà, tuttavia, l’8 gennaio il primo vero confronto. L’azienda sta patendo la crisi: produce calzature di lusso, non sneakers commerciabili online. Dall’inizio dell’epidemia è ricorsa alla cassa integrazione, che ancora oggi sfrutta (garantita fino a marzo). S’apre, di fatto, una nuova era. A due anni dalla completa acquisizione giapponese, Iris Sud - fondata nel ‘95 da Giuseppe Baiardo - torna in mani italiane. E se sono rose fioriranno.

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