Droga, estorsioni e usura: chiesto più di un secolo di carcere per la vicenda Neviano

Droga, estorsioni e usura: chiesto più di un secolo di carcere per la vicenda Neviano
di Roberta GRASSI
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Lunedì 9 Gennaio 2023, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 08:46

Arriva il conto dell'accusa nel processo con rito abbreviato nato da un'inchiesta che ha riguardato anche presunte ipotesi di, scambio politico - mafioso  ruotate attorno al clan Coluccia e di infiltrazioni al Comune di Neviano, poi sciolto con decreto del ministero dell'Interno. Si tratta del troncone che tratta per lo più di accuse di estorsione , droga e usura

Le richieste

Il pm Carmen Ruggiero ha invocato pene per più di un secolo di carcere per i 16 imputati, la più alta a 18 anni di reclusione per Michele Coluccia. Seguono poi richieste di condanna a 16 anni per  Antonio Coluccia, 10 anni e 10mila euro di multa per Pasquale Anthony Coluccia; 14 anni 7 mesi per Antonio Bianco; 11 anni e 4 mesi per Marco Calò; 9 anni per Vitangelo Campeggio; 6 anni per il neo collaboratore di giustizia Gerardo Dino Coluccia; 11 anni e 4 mesi per Silvoi Coluccia; 12 anni per Silvio Di Gesù; 11 anni e 4 mesi per Ali Farhangi; 11 anni e 4 mesi per Nicola Giangreco; 1 anno per Stefano Marra;10 anni per Renato Puce; 1 anno per Gabriele Serra; 5 anni e 4 mesi e 14mila euro per Sergio Taurino, 1 anno per Emanuele Apollonio. 

L'accusa

Nel procedimento, che ha portato allo scioglimento del Comune di Neviano (parte civile), si racconta di presunti rapporti del clan Coluccia di Noha con una parte dell’amministrazione comunale.

L'ex sindaco e vicesindaco Antonio Megha (che ha scelto di essere giudicato con rito ordinario) - sostiene l’accusa - avrebbe stretto un patto con il clan per garantirsi 50 voti alle elezioni comunali del 2020, in cambio di 3mila euro in contanti, la messa a disposizione dell’apparato di Palazzo di Città e delle sue conoscenze in Calabria. Lo difende l’avvocato Giuseppe Corleto. Con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, viene contestata anche l’aggravante dell’agevolazione del clan Coluccia.

Si tornerà in aula, davanti al gup Marcello Rizzo, il 20 febbraio prossimo per le arringhe delle difese sostenute dagli avvocati Ladislao Massari; Francesco Vergine; Rita Ciccarese; Alexia Pinto; Giancarlo Dei Lazzaretti; Fabio Mariano; Raffaele Benfatto; Giovanni Apollonio; Luigi Greco; Andrea Starace; Selene Mariano; Giuseppe Corleto; Michelangelo Gorgoni; Antonio Savoia; Gabriele Valentini. 

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