Dove il pallone non rotola più Campetti pubblici nel degrado

Dove il pallone non rotola più Campetti pubblici nel degrado
di Matteo BOTTAZZO
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Lunedì 9 Maggio 2022, 08:05

Dalla terra battuta dell'antistadio di Via del Mare ai campetti di quartieri e parchi cittadini: l'impiantistica sportiva a Lecce langue nel degrado. E mentre i giallorossi si preparano al grande salto in Serie A, la maggior parte delle strutture pubbliche della città non sembra nelle condizioni di ospitare neppure una partitella pomeridiana tra ragazzini.
Eppure in passato c'erano in campi di Settelaquare oppure quello dove oggi sorge l'area mercatale nella zona 167/A, dove sono cresciute generazioni di bambini e ragazzi che sognavano il grande palcoscenico della Serie A. E qualcuno, come Antonio Conte o Francesco Moriero ci è anche arrivato, partendo proprio da quei campetti di periferia.

Campetti lasciati al loro destino

Ginocchia sbucciate, stinchi contusi e i rimproveri delle mamme, disperate per quei pantaloni eternamente pieni di strappi e macchie d'erba.

Polvere e solleone d'estate, freddo pungente d'inverno, fango, nebbia e scivolate d'autunno. C'è chi ogni pomeriggio era lì, tra i ragazzi del quartiere degli anni '70, '80 e '90. Erano i campi di calcio gratuiti. Dove si poteva andare ogni pomeriggio, senza pagare un soldo. Dove nascevano amicizie che si rompevano a causa di fallo, dove volava un ceffone e si rinsaldava la squadra in un abbraccio. Dove si segnava quel goal che pareva impossibile. Quei campi irregolari, dalle misure fantasiose, ma con quel tanto che bastava a renderli perfetti: due porte, il perimetro circondato talvolta da un'alta recinzione e la terra battuta che con un po' di fantasia diventava l'erba del Via del Mare. È il racconto di un'era che non c'è più. Forse anche per causa di amministrazioni comunali che negli anni hanno fatto scivolare in secondo piano l'importanza di questi luoghi e della loro potenza sociale.

Ora il Lecce è in Serie A e da quarant'anni è una realtà affermata del calcio italiano, ma il pallone in città non può più rotolare se non nei centri sportivi privati dove per giocare una partita è necessario pagare una quota di almeno 6 euro a testa. Eppure a pochi metri da dove i giallorossi disputeranno la massima serie, resistono ancora i campi dell'antistadio. Uno di questi - il più grande - è completamente abbandonato a sé stesso, privo di illuminazione, praticamente inutilizzabile da diversi anni. Il primo campo, quello che sorge proprio a ridosso della Curva Nord, è ancora in terra battuta, così come si usava fino agli anni 90, prima dell'avvento dei manti sintetici che hanno cambiato il calcio. Tranne che a Lecce, con buona pace delle società amatoriali che ancora sulla terra si allenano e giocano. Eppure già nel 2020 nelle per l'antistadio l'amministrazione comunale di Palazzo Carafa aveva annunciato un sisIgnificativo intervento di restyling in grado di rendere l'antistadio il più fruibile possibile. Ora a due anni di distanza, con il campionato di B ormai agli sgoccioli e la massima serie che partirà già da agosto il biglietto da visita per squadre e tifoserie di tutta Italia che arriveranno al Via del Mare resta ancora quel rettangolo di terra battuta e degrado.

Stesso terreno di gioco anche a Frigole dove il campetto a oggi versa in stato di abbandonato. E l'unica maniera per comprendere in che condizioni verta è quello di affidarsi alle immagini satellitari di Google maps. Tornando verso il centro abitato, ci si imbatte poi nel campo da calcetto, di Piazzetta Madonna Di Medjugorje. Qui oltre ad uno stato di totale degrado e abbandono del manto sintetico, negli ultimi giorni le recinzioni perimetrali sono state abbattute dal vento. E il rischio di farsi male è più che elevato per chiunque scelga di avventurarsi in una sfida a pallone su questo campo. Così come, giocare ormai è quasi impossibile anche nel campetto del Parco Balsamo: l'erba sintetica ha ceduto il passo all'asfalto. E ciò che resta sono solo piccoli appezzamenti di sintetico che ricordano un passato fatto di sfide all'ultimo gol. Chiuso e quasi impenetrabile, infine, il centro sportivo di Viale della Repubblica: i due campetti sono stati invasi dalla vegetazione che cresce rigogliosa attorno alle recinzioni. E per piccoli Conte o i giovani Moriero di domani sognare un futuro in A è più che un'utopia.
 

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