Lui la rifiuta ma lei non ci sta: a processo per stalking. Scenate e violenza contro un commerciante

Lui la rifiuta ma lei non ci sta: a processo per stalking. Scenate e violenza contro un commerciante
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Mercoledì 15 Settembre 2021, 11:28

Un uomo per amico? No, non avrebbe accettato di restarle solo amica. Avrebbe voluto diventare la sua donna. Ed allora questa volta - una eccezione nel vasto panorama dei casi di atti persecutori - lei, la donna, si sarebbe trasformata in una stalker. Violenta, anche. Contro quell'uomo. E contro qualsiasi donna trovata accanto quelle volte che sarebbe riuscita a mettere a segno gli agguati per strada e nei locali pubblici.

Il rinvio a giudizio


Leccese, di 55 anni, senza una occupazione stabile, questa donna è stata rinviata a giudizio al termine dell'udienza preliminare davanti al giudice Michele Toriello. Nel processo al via il 7 dicembre con il giudice della prima sezione penale, Giovanna Piazzalunga, dovrà difendersi dalle accuse di atti persecutori e di violazione di domicilio, difesa dall'avvocato Silvio Giardiniero.

La storia 

L'uomo, un commerciante, si è costituito parte civile con l'avvocato Fulvio Pedone.
I fatti che dovrà accertare il processo sono quelli fatti emergere dall'inchiesta avviata dalla Procura con le denunce-querele dell'uomo ma anche con le informative depositate dalla polizia per dare conto degli esiti degli interventi per mettere a freno l'aggressività - dicono questo le carte del fascicolo - della donna.

L'ossessione per il commerciante


A monte di tutti i comportamenti contestati fra novembre 2019 e luglio dell'anno scorso, l'incapacità della donna di accettare di potere essere respinta. Quell'uomo sarebbe diventato un chiodo fisso. E piuttosto che desistere, i suoi no sarebbero diventati una sfida. Una sfida da vincere. A tutti i costi. Tanto da indurlo anche a troncare il rapporto di amicizia.
Da qui i tanti blitz nella sua casa, entrando dal cortile. Le continue chiamate al citofono. Le minacce, le offese ed anche le aggressioni fisiche. Le minacce rivolte alle sue amiche quella volta che lo trovò in loro compagnia: si spacciò per la sua donna e prospettò loro di informare i rispettivi mariti della relazione con il suo uomo.
E poi le minacce più gravi: avrebbe incaricato qualcuno di spezzargli le gambe, gliela avrebbe fatta pagare, gli avrebbe tagliato le gambe. Ed inoltre l'imputata risponde di avere cercato di investire l'uomo mentre era in bicicletta (evitò il peggio saltando sul marciapiede). Infine nella sequenza di episodi attribuiti all'imputata, anche un blitz a casa dell'uomo mentre era in compagnia di una donna. Con l'intervento della polizia per allontanarla, ma di lì a poco li avrebbe raggiunti in un bar per prenderlo a pugni dietro alla testa.
Se tutto questo è accaduto veramente e se l'imputata ne sia responsabile, lo dovrà stabilire il processo.
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