Dissesto, presentato il ricorso. «Ottimisti, può essere accolto»

Dissesto, presentato il ricorso. «Ottimisti, può essere accolto»
di Stefania DE CESARE
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Giovedì 30 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:13

«Abbiamo presento il ricorso e ci sono buone possibilità di portare a casa il risultato. La scelta di approfittare dell’emendamento pensato dal Governo per i piccoli comuni dipenderà dall’amministrazione». È ottimista l’avvocato Gennaro Terracciano, uno dei legali scelti dal Comune (insieme all’avvocato Amelia Cuomo) per difendere la manovra di risanamento pluriennale approvata dall’amministrazione Salvemini nel 2019 con l’obiettivo di salvare l’Ente dalla bancarotta. Come annunciato, due giorni fa il Comune di Lecce ha presentato ufficialmente ricorso contro la pronuncia della Corte dei Conti di Puglia in merito alla bocciatura del piano di riequilibrio finanziario di Palazzo di Città. Un passaggio obbligato per bloccare l’iter che condurrebbe alla dichiarazione di dissesto. 

La linea difensiva 


La linea difensiva adottata dal legale è chiara: l’obiettivo è dimostrare - senza minimizzare la situazione dei conti leccesi che di fatto è ancora grave - che la strada intrapresa nel 2019 per risanare il bilancio sta portando i frutti sperati.

Così come, per altro, certificato in parte dagli stessi giudici contabili che, nonostante la bocciatura alla manovra, ne hanno apprezzato alcuni indicatori positivi come la riduzione progressiva delle spese, l’aumento dei pagamenti, l’incremento attività di recupero dell’evasione tributaria e riduzione dei tempi di liquidazione dei fornitori. «Ci sono tutte le ragioni perché le Sezioni riunite della Corte dei Conti di Roma possano accogliere il ricorso anche perché la motivazione della sezione territoriale lascia a desiderare – spiega il legale Terracciano -. Il debito rimane importante, certo. Però, approfondendo e verificando più nello specifico anche l’analisi dei residui attivi e passivi, ci siamo resi conto che il piano è pacificamente approvabile». 

La possibilità di rimodulare il piano


Anche per il legale Terracciano il “caso Lecce” risulta emblematico dal punto di vista delle procedure: anche in questo caso, infatti, il giudizio della magistratura contabile regionale arriva in ritardo a sanzionare e bocciare le manovre locali senza poter dare una valutazione anche politica dell’operato delle amministrazioni. «Purtroppo la Corte dei Conti, che legittimamente svolge il suo compito, finisce per valutare questi piani a distanza di anni quando già la situazione è mutata, magari migliorata. Però quello che si verifica è il piano presentato inizialmente e che non può essere modificato – spiega l’avvocato -. Proprio per questo il legislatore ha previsto delle misure per consentire ai comuni in difficoltà di riformulare il piano». Il riferimento è al provvedimento inserito nel maxi emendamento alla Legge di Bilancio (il cui testo, approvato in Senato, è ora al vaglio della Camera con il via libera che dovrebbe arrivare a giorni) che offrirà ai circa 400 piccoli comuni sull’orlo del default una via d’uscita sicura permettendo, entro 120 giorni dalla presentazione della domanda, di rimodulare il piano di riequilibrio finanziario pluriennale con la rideterminazione degli obiettivi ed eventualmente della relativa durata. 
«La decisione di approfittare o meno di questa nuova norma spetterà al Comune – specifica il legale -. Se entro i 30 giorni di tempo stabiliti dalla legge, l’amministrazione deciderà di avvalersi di questa misura, lo comunicheremo alla Commissione che sospenderà il giudizio per dare al governo cittadino il tempo di rimodulare il piano che sarà, poi, sottoposto al giudizio della sezione territoriale». 

L'opportunità del "salvagente"


E, quindi, in attesa della pronuncia delle Sezioni riunite della Corte dei Conti di Roma (che dovranno esprimersi entro 30 giorni) l’amministrazione Salvemini adesso dovrà decidere se approfittare o meno del salvagente inserito nella Finanziaria. «Anche nel caso in cui il ricorso alle Sezioni riunite fosse accolto, la situazione dei conti di Lecce è mutata rispetto al piano di tre anni fa – conclude Terracciano -. In ogni caso il Comune avrebbe la possibilità, e secondo me doverosamente, di modificare il piano prendendo atto che la situazione è migliorata e che per questo non ha senso portare avanti un piano approvato anni fa. È una opportunità da cogliere. Però è una decisione tecnica che spetta al Comune. Bisogna anche tenere presente che riformulare un piano di riequilibrio richiede un lavoro tecnico non indifferente quindi capisco anche la scelta di risparmiarsi un impegno di questo tipo, qualora il ricorso venisse accettato. Sul ricorso mi sento di essere abbastanza tranquillo, ci sono tutti i presupposti affinché possa essere accolto».

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