Discarica, alt dei sindaci «Non aprite Corigliano, sotto c'è la falda acquifera»

Discarica, alt dei sindaci «Non aprite Corigliano, sotto c'è la falda acquifera»
di Maurizio TARANTINO
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Mercoledì 1 Dicembre 2021, 13:40 - Ultimo aggiornamento: 13:51

«Non aprite la discarica»: è il grido dei sindaci. Ma la Regione non cede alle proteste e tira dritto sull'impianto di Corigliano d'Otranto. E riaccende il fronte caldo dei sindaci. Tutto nasce dall'esaurimento delle capacità di stoccaggio delle discariche di Manduria e Ugento che per questo saranno chiuse nel primo semestre del 2022. Una situazione che richiede l'individuazione di siti pubblici di smaltimento alternativi per l'area centro e sud del territorio regionale.

La richiesta della Regione

 

E la discarica creata al centro della Grecìa salentina da tempo è in attesa di conoscere la sua destinazione finale, tanto che nel documento promosso dall'assessore regionale all'Ambiente, Anna Grazia Maraschio, si sottolinea come si sia avviato già da qualche mese un dibattito con gli enti locali sulle modalità di utilizzo del sito di smaltimento, oggetto di contratto di concessione tra la società affidataria e i Comuni, e sugli effetti di un'eventuale chiusura del sito sia in termini economico-finanziari che di disciplina dei flussi.
Il problema della realizzazione di una discarica nell'ex cava in località Scomunica nasce dalla presenza di falde acquifere di fondamentale importanza per l'alimentazione di numerosi borghi salentini. Una questione che risale addirittura al 1987 con la bonifica di una discarica abusiva. Il sito era stato chiuso e messo in sicurezza già nel 1995, in quanto l'Acquedotto Pugliese aveva sconsigliato la realizzazione di discariche nell'intero agro di Corigliano, proprio per non inquinare la falda dell'acqua potabile utilizzata per la distribuzione idrica del Salento.

Il sindaco di Corigliano: «La nostra battaglia non si ferma»

Il progetto originario prevedeva la nascita di una discarica di servizio a Corigliano, legata ad un sistema impiantistico al servizio del bacino Lecce 2, con un centro di selezione e una linea di biostabilizzazione nel comune di Poggiardo. Nel corso del tempo non c'è stato alcun passo indietro, anzi la valutazione dell'Acquedotto pugliese è diventata più possibilista come spiega la sindaca di Corigliano, Dina Manti. «Nel corso degli anni abbiamo presentato studi e valutazioni scientifiche, con una posizione forte da parte dell'Unione dei Comuni già nel 2016 che escludeva in maniera categorica la localizzazione della discarica in quel punto.

La nostra battaglia non si fermerà perché si rischia di creare un danno ambientale enorme per l'intero territorio salentino. Nelle prossime ore sarà convocata la consulta ambientale comunale che discuterà della vicenda e per condividere un percorso, proposte e riflessioni». Manti ritiene che la soluzione non sia l'apertura di nuove discariche: «Al contrario ribadisce dobbiamo arrivare all'autosufficienza tramite impianti dedicati».

Dopodomani l'assemblea dei sindaci per l'impianto di compostaggio

Per dopodomani il consigliere delegato e sindaco di Martano, Fabio Tarantino, ha convocato l'Assemblea dei sindaci della provincia di Lecce per discutere della proposta di creare nuovi impianti di compostaggio, tra cui quello di Masseria Ghetta a nord di Lecce, in un ragionamento che coinvolgerà, per forza di cose, anche Corigliano d'Otranto. «Da tempo siamo convinti precisa Tarantino - che un contributo lo dobbiamo dare. Vogliamo metterci la faccia, non solo per l'impianto di Lecce, ma per l'intero perimetro provinciale: vogliamo proporre una strategia che punti a capire cosa è meglio fare, non avere soluzioni pre confezionate. Ovviamente siamo contrarissimi all'apertura della discarica, e tuteleremo la falda acquifera ad ogni costo. Proporremo soluzioni alternative senza fare ostruzionismo per non perdere i finanziamenti promessi, ma non rinunceremo all'autodeterminazione».
Il sindaco di Soleto, Graziano Vantaggiato è in piena sintonia con gli altri colleghi della Grecìa: «Il piano dei rifiuti non sembra dare soluzioni concrete. L'apertura di una discarica non porta da nessuna parte in termini di economia circolare. La nostra proposta è quella di creare impianti piccoli, a misura di borghi, non megastrutture che non rientrano nella nostra idea di sviluppo. Abbiamo già dato in termini di industrie pesanti, adesso è il momento di essere sostenibili».

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