Differenziata sotto il 40%: stangata ecotassa su 77 Comuni salentini

Differenziata sotto il 40%: stangata ecotassa su 77 Comuni salentini
di Vincenzo DAMIANI
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Mercoledì 21 Febbraio 2018, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 10:45
Si “salvano” per ora soltanto tre Comuni in tutta la provincia di Lecce (e altrettanti del Tarantino). La stangata ecotassa, quest’anno, toccherà i portafogli dei cittadini della maggior parte del Salento. Per la precisione 77. Solo Botrugno, Sannicola e Specchia sono riusciti - tra quelli in gioco - a dimostrare di aver innalzato la propria raccolta differenziata negli ultimi tre mesi del 2017. E stesso discorso vale per Avetrana, Palagiano e Manduria, anche loro è arrivato il via libera dalla Regione Puglia al pagamento di una ecotassa più bassa.
In Puglia i Comuni che pagheranno la tariffa massima, cioè 25,82 euro per ogni tonnellata di rifiuti prodotta, sono 129 (nel 2016 furono 65). Dei 129 oltre la metà si concentra in provincia di Lecce che, tra le peggiori, segue quella di Foggia. Meglio, invece, Bari, Taranto, Brindisi e Bat.
L’ecotassa varia a seconda del risultato ottenuto nella raccolta differenziata durante il 2017 e varia da un minimo di 5,17 euro per ogni tonnellata per chi ha raggiunto una differenziata pari al 65% sino ad un massimo di 25,82 euro per chi è al di sotto del 40% di differenziata.
L’ecotassa è pagata dai singoli Comuni, che però possono decidere – in base anche ai loro bilanci – se recuperare la somma ridistribuendola tra i residenti e andando ad inserirla nel conto della Tari. Si tratta di un tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi istituito con legge nel 1995, anche se la norma è stata applicata con enorme ritardo. La tassa si applica “quando i rifiuti solidi vengono conferiti in discarica, smaltiti negli impianti di incenerimento senza recupero di energia, abbandonati o scaricati in depositi incontrollati”, così recita il provvedimento.
In sostanza, l’ecotassa va a punire i Comuni che non sono riusciti a mettere in pratica politiche efficienti per la raccolta differenziata e il riciclaggio dell’immondizia nell’ambito del ciclo degli impianti. Nel 2018 appena cominciato, quindi, in Puglia saranno 129 le amministrazioni comunali che verseranno la tariffa più alta.
La provincia di Lecce è quella meno virtuosa, con ben 77 centri che pagheranno 25,82 euro a tonnellata. Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia, a Lecce l’ecotassa sale da 7,50 euro per ogni tonnellata prodotta del 2016 a 11,62 euro; Foggia, Taranto, Brindisi e Trani pagheranno l’aliquota massima, Bari invece leggermente inferiore (11,58 euro per ogni tonnellata); le più virtuose restano Barletta e Andria (pagheranno solo 5,17 euro a tonnellata).
Quindi, saranno poco meno di 2 milioni i pugliesi che saranno chiamati a pagare il balzello più elevato: in Salento pagheranno l’ecotassa più alta centri come Otranto, Gallipoli, Poggiardo, Tricase, Casarano, Ugento, Novoli, Surbo, Porto Cesareo, Melendugno, Melpignano, Nardò, Castro, per citarne solamente qualcuno. Nelle province di Brindisi e Taranto, invece, pagheranno 25,82 per ogni tonnellata prodotta, Mesagne, Oria, Martina Franca, Mottola, Grottaglie e Castellaneta, ad esempio.
 
La causa principale è da rintracciare nella fallimentare gestione dei rifiuti negli anni precedenti. Come emerso dal rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), si fa ancora un uso massiccio delle discariche, c’è carenza di impianti tecnologicamente avanzati per il trattamento dell’immondizia e la raccolta differenziata non decolla. Un dato su tutti: mentre in Italia, nel 2016, sono diminuiti i rifiuti smaltiti in discarica (meno 5% rispetto all’anno precedente), da Foggia a Lecce si continua a farne uso massiccio: il 48% dell’immondizia prodotta finisce in discarica, contro una media nazionale del 25% e quella del resto del Mezzogiorno ferma al 42%.
Non solo: nel 2016 la Puglia ha dovuto trasferire oltre 13mila tonnellate di rifiuti, export che ha comportato un aumento dei costi per i cittadini.
La raccolta differenziata, invece, è salita di pochissimo, passando dal 30,1% al 34,3%, contro il 37,6% del Mezzogiorno e il 50,2% della media italiana. Sono, invece, 58 i Comuni che quest’anno riavranno dalla Regione il 50% dell’ecotassa versata nel 2016 con un obiettivo ben identificato: i soldi, infatti, dovranno essere investiti per avviare o potenziare la raccolta differenziata e il porta a porta. Dei 58 centri pugliesi 25 sono della provincia di Lecce, 10 del Brindisino, 12 della Capitanata, 6 della Bat e 5 della provincia di Bari.
Nella graduatoria stilata dall’Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti (Ager) non compaiono paesi del Tarantino. La somma complessiva che è messa a disposizione è di 8 milioni e 352mila euro.
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