Quando la realtà supera il sogno

Quando la realtà supera il sogno
di Giovanni CAMARDA
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Lunedì 29 Aprile 2019, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 10:35
Ve ne fosse ulteriore bisogno, adesso è ancora più chiaro il motivo per il quale Liverani è, teoricamente, il tecnico più longevo sulla panchina del Lecce (cinque stagioni di fila, in base al freschissimo rinnovo di contratto). È proprio lui a inventarsi la mossa che spacca il confronto, grazie ad un cambio che in pochi avrebbero pronosticato. Togliere Tachtsidis, la fonte della manovra, per Tabanelli, un incursore, a quel punto sembra un azzardo. Invece, con il Brescia in dieci e la necessità di tesaurizzare ogni pallone alla ricerca di spazi, i giallorossi puntano sulla spinta, accentrando Petriccione e lanciando un assalto che ha un obiettivo preciso: allargare ancora di più la difesa lombarda proprio per dare sfogo agli assalti in mezzo all'area di uno come Tabanelli, il pirata dei sedici metri avversari. È così che il Lecce passa e riscrive il finale di campionato, tornando a dominare un futuro che fino a ieri era subordinato ai risultati del Palermo. Giusto così, per tutto quello che aveva detto in precedenza il campionato, attraversato come assoluta protagonista a dispetto del noviziato. Ma in fondo è del tutto lineare anche l'epilogo del confronto con il Brescia, terminato al ritorno come sarebbe stato giusto all'andata. Una gara che la formazione allenata da Corini vinse dopo essere stata a lungo in soggezione, contando anche su alcune decisioni arbitrali almeno fortunate. Nel momento migliore del Lecce, si ricorderà, Tonali avrebbe meritato un secondo giallo e quindi l'espulsione, ancora nel primo tempo. A quel punto sarebbe con ogni probabilità finita diversamente. In qualche modo, la squadra di Liverani si è ripresa quello che avrebbe dovuto ricevere già allora. Lo ha fatto al termine di una partita affrontata avendo tutto da perdere, contro un Brescia al contrario sollevato da ogni tipo di pressione, alla luce del risultato maturato a Livorno. Una montagna scalata con grande pazienza, qualche piccola sbavatura (una sola, praticamente: l'occasione fallita da Torregrossa sullo 0-0 con le rondinelle già in dieci) ma anche una determinazione straordinaria, un afflato che ha abbracciato tutto il Via del Mare, quelli in campo, la panchina, i 22mila sugli spalti. Ci sono sere così, partite che quando nascono sembrano avere un destino già scritto, ineluttabile. In questo Lecce-Brescia a scriverlo è stato Fabio Liverani, con quel suo cambio a un quarto d'ora dalla fine. Magari dirà che se l'era sognato. Importa poco, quel che conta oggi non è la premonizione ma la realtà: il Lecce è promosso se vince le prossime due gare (ammesso che i siciliani ne vincano tre). Sì, in effetti è anche meglio di un sogno.
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