C'è un business milionario dietro l'omicidio del 22enne Francesco Fasano

C'è un business milionario dietro l'omicidio del 22enne Francesco Fasano
di Alessandro CELLINI
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Sabato 28 Luglio 2018, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 16:40

C'è un business milionario dietro l'omicidio di Francesco Fasano, l'ultima vittima di una guerra per il controllo del traffico di droga, cocaina e marijuana soprattutto. Affari da capogiro, numeri da multinazionale. Che attirano gli appetiti dei clan e rimpinguano sempre di più le loro casse, sulla pelle dei più giovani, il cui consumo cresce sempre di più. Con i clan in guerra sulla pelle dei giovanissimi.
Le statistiche ufficiali dimostrano che è così, che il traffico di sostanze stupefacenti, in Puglia e nel Salento, è in continua crescita. Ed è ciò che ha armato, in definitiva, la mano dei killer del 22enne di Melissano. Con il monito di Leonardo Leone de Castris, procuratore capo a Lecce, che risuona fortissimo: «Ogni canna o consumo di cocaina alimenta e rafforza la mafia che si arricchisce sempre di più». Con l'aggiunta di un altro messaggio: non basta indignarsi o lamentarsi, bisogna concretamente fare qualcosa.
Il controllo della piazza dello spaccio, a Melissano e dintorni, era l'unica preoccupazione delle dieci persone arrestate l'altro ieri con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. I dati della relazione annuale stilata dalla Direzione centrale per i servizi antidroga parlano chiaro: nel 2017, rispetto al 2016, l'andamento dei sequestri ha fatto registrare un +25,11 per cento a livello regionale. La provincia di Lecce è al secondo posto in Italia (e al primo c'è Brindisi): nel Salento transita un quarto della droga dell'intera Puglia, l'8 per cento di quella dell'intero Paese. Stiamo parlando di una quantità pari a quasi nove tonnellate di droga in tutto il 2017.
I numeri del Nucleo operativo per le tossicodipendenze della Prefettura di Lecce confermano una tendenza al rialzo anche per il 2018. Nei primi quattro mesi di quest'anno i provvedimenti di ammonizione a non fare uso di sostanze stupefacenti, che scattano in caso di consumo di droghe leggere, sono stati 81; ammontano a 96, invece, i provvedimenti sanzionatori e il successivo invio al Sert, previsti nei casi in cui si faccia uso di droghe pesanti. Complessivamente sono stati 164 i colloqui svolti dalla Prefettura. Sono numeri che non tengono conto del periodo estivo, nel quale solitamente l'uso di droga è molto più alto, e che proiettati su un arco di tempo di dodici mesi mettono in evidenza una tendenza di crescita del fenomeno. Anche al comando provinciale dei carabinieri stanno registrando questo incremento, «soprattutto nel periodo estivo. L'estate - spiega il comandante provinciale, il colonnello Giampaolo Zanchi - richiama turisti e con loro anche un aumento del consumo di sostanze stupefacenti. Ma direi che nel resto dell'anno è un fenomeno radicato in tutta la provincia. Noi continuiamo a mantenere alta l'attenzione nelle attività di contrasto».
Questo è il quadro nel quale si sono mossi il giovane Francesco Fasano, vittima sacrificale di chi voleva lanciare un messaggio ed emergere nella gestione della droga nel Basso Salento, e i dieci personaggi arrestati l'altro ieri. Un piatto ricchissimo, in continua espansione. Tanto è bastato per tornare a sparare e a uccidere.

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