Depuratore a Torre Colimena, bufera su Emiliano: «Nessuna decisione è stata ancora presa»

Depuratore a Torre Colimena, bufera su Emiliano: «Nessuna decisione è stata ancora presa»
di Nazareno DINOI
3 Minuti di Lettura
Lunedì 15 Luglio 2019, 09:50

Il crescente dibattito sul costruendo depuratore consortile di Manduria e Sava che grazie ai social sta oltrepassando gli ambiti locali (ne hanno parlato di recente Alessio Iannone, in arte Pinuccio, tra i politici il consigliere regionale del Pd Fabiano Amati, l'onorevole pentastellata Anna Macina, la consigliera comunale di Melpignano, Giuliana Coluccio del Movimento Regione Salento), costringe il presidente Michele Emiliano a dire la sua sull'argomento di maggior contrasto: lo scarico complementare nel mare di Torre Colimena attraverso i canali di un bacino del consorzio di bonifica Arneo.

«Nessuna decisione è stata ancora presa fa sapere il governatore - e nulla vieta di installare lo scarico delle acque di prima pioggia in altro sito, in ogni caso costituito da un corpo idrico superficiale». Rassicurazione che non soddisfa le popolazioni, il comune di Avetrana e le associazioni ambientaliste che puntano invece sulla delocalizzazione dell'opera prevista e già cantierizzata in un'area fortemente antropizzata confinante con la zona residenziale «Urmo Belsito» e racchiusa tra due aree protette e poco distante da un mare classificato Sito di interesse comunitario.

«Lo spostamento del sito del depuratore dal luogo indicato dai Comuni di Avetrana e di Manduria puntualizza Emiliano facendo la cronistoria delle procedure durate cinque anni -, non era più possibile senza che i predetti comuni si facessero carico dei costi milionari delle multe europee per l'inquinamento in atto e dell'azzeramento delle gare già espletate». Non potendolo più spostare, quindi, quel tipo di scarico in mare è inevitabile.
Per Emiliano, però, non ci sono rischi. «Grazie ai tecnici della Regione Puglia e dell'Acquedotto Pugliese dice - abbiamo progettato un sistema di smaltimento delle acque depurate che consente il riuso in agricoltura pressoché integrale dei reflui e scarico sul suolo in trincee drenanti della parte residuale». E ancora. «Si tratta dell'unico depuratore di tutta la Puglia le cui acque depurate non finiranno in mare».

Tranne un'eccezione: quello che i tecnici definiscono scarico «complementare», ma che Emiliano preferisce chiamare «di prime acque» piovane, si presume. «La legge spiega il presidente - obbliga tutti gli impianti industriali e persino i semplici parcheggi, nei casi di piogge brevi ed intense, a dotarsi di simili impianti che entrano in funzione non più di dieci volte all'anno». Ad accogliere questa sorta di scarico che entrerebbe in funzione «dieci volte l'anno», è il bacino di Torre Colimena. «Effettivamente conferma Emiliano - questa è una delle possibilità (l'unica secondo i progettisti che hanno già presentato il progetto di fattibilità tecnica per le validazioni ambientali, Ndr), perché tale vasca di affinamento si sta progressivamente salinizzando a causa dell'intrusione dell'acqua marina. Ma nessuna decisione è stata ancora presa conclude - e nulla vieta di installare lo scarico delle acque di prima pioggia in altro sito, in ogni caso costituito da un corpo idrico superficiale».

Le uniche alternative possibili, se non si arretra l'impianto, sono il fiume Chidro, il reticolo di Specchiarica con scarico in battigia e la palude del Conte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA