Dal ministero allarme botulino: «Non consumate quelle cime di rapa in vasetto»

Dal ministero allarme botulino: «Non consumate quelle cime di rapa in vasetto»
di Claudio TADICINI
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Ottobre 2017, 12:51 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 19:14
<CP10.2>«Non mangiate le cime di rape nel vasetto, potreste contrarre il botulino». A lanciare l’allerta è stato direttamente il ministero della Salute che, nella mattinata di ieri, ha disposto il richiamo delle verdure in questione a marchio “Gusto del Salento”, dopo che un salentino residente a Modena ha consumato un vasetto di cime di rape, contraendo un’acuta intossicazione alimentare.
Il richiamo del dicastero interessa tutti i lotti di produzione delle “Cime di rape al naturale”, in vasetti di vetro del peso di 400 grammi, prodotte dalla società cooperativa agricola “Natura a.r.l.”, con sede nella zona industriale di Casarano.
Come si legge nell’avviso pubblicato sul sito del ministero della Salute, il richiamo del prodotto è stato dettato da un caso di botulismo alimentare, accertato nei giorni scorsi su un uomo della provincia di Lecce, residente in Emilia Romagna: tornato a casa dopo avere trascorso alcuni giorni nel Salento, aveva mangiato il prodotto manifestando tutti i sintomi “classici” della grave intossicazione alimentare.
Il ministero, oltre ad avvisare la cittadinanza di non consumare le cime di rapa per via del rischio microbiologico, invita chiunque avesse in casa il suddetto prodotto alimentare a restituirlo al punto vendita presso il quale è stato comprato. La segnalazione per “sospetto botulismo” - spiega l’Asl di Lecce - è partita il 9 ottobre scorso dal Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione Area Sud, subito informato dopo il malore accusato dal malcapitato salentino, che era stato ricoverato in ospedale a causa della grave intossicazione. Fortunatamente, adesso è fuori pericolo ed è in via di miglioramento.
Prelevato dall’abitazione dell’uomo, il vasetto “contaminato” - appartenente al lotto RN 3817, con scadenza al 15 ottobre 2019 – è stato quindi inviato presso il Centro Nazionale di Riferimento per il Botulismo di Roma, per essere esaminato. Ieri mattina, il ministero della Salute ne ha diffuso l’esito: il campione è risultato positivo alla tossina botulinica, che ha comportato il richiamo ed il ritiro dal mercato delle cime di rapa prodotte dall’azienda salentina.
Acquisite le liste di distribuzione del prodotto, il Sian Area Sud ha quindi provveduto a bloccarne la vendita, riuscendo a rintracciare tre confezioni chiuse (le uniche trovate in commercio), che sono state poi inviate a Roma per essere analizzate. Il “verdetto” degli accertamenti è previsto in giornata.
Gli ispettori del Sian Area Sud, diretto dal dottor Donato Prontera, hanno inoltre avviato accertamenti nell’azienda produttrice delle cime di rape in vasetto, procedendo al campionamento di altri prodotti, appartenenti ad un lotto diverso da quello incriminato, per verificare se i parametri di sicurezza alimentare (pH ed acqua libera) siano nella norma.
Gli esami eseguiti da Arpa di Brindisi e di Bari hanno evidenziato un pH superiore ai limiti di sicurezza, rilevando dunque un potenziale “rischio botulino”, che ha comportato anche in questo caso l’avvio della procedura per il ritiro dal commercio del lotto analizzato - RN 3317, con scadenza al 10 ottobre 2019 – di cui la stessa azienda aveva già proceduto al richiamo ed al ritiro in autocontrollo, bloccando tempestivamente eventuali confezioni in giacenza da rivenditori. Il Dipartimento di prevenzione della Asl Lecce spiega: «Come da indicazione del ministero della Salute, si raccomanda ai consumatori di non mangiare assolutamente il prodotto sottoposto a ritiro e di riconsegnarlo presso il punto vendita».
La notizia è stata rilanciata anche da Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti (associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia), che ha “messo in guardia” la popolazione sui pericoli per la salute derivanti dal consumo del prodotto gastronomico.
Il rischio – piuttosto concreto - è che i vasetti appartenenti ai lotti “contaminati” possano essere consumati da qualche turista, sia italiano che straniero, rientrato dalla vacanza nel Salento con le cime di rape nella valigia
© RIPRODUZIONE RISERVATA