Covid, a Scorrano chiude il reparto di Rianimazione: i medici servono d'urgenza al Dea

Covid, a Scorrano chiude il reparto di Rianimazione: i medici servono d'urgenza al Dea
di Maddalena MONGIò
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Domenica 22 Novembre 2020, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 11:32

Galatina è un ospedale fantasma, ma intanto c'è una rivoluzione in atto: al Dea  di Lecce la terapia intensiva aumenta a 32 i posti letto e la Rianimazione di Scorrano viene momentaneamente stoppata per dare supporto al Covid. Tre aree per il pronto soccorso Covid, incremento dei posti di terapia intensiva e di Pneumologia Covid. Una giornata intensa, quella di ieri, vissuta ora dopo ora dal direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo, che ha tenuto le fila della riorganizzazione del Dea su cui c'è stato un confronto con i direttori dei reparti in campo: Terapia intensiva Covid guidata da Giuseppe Pulito, Pneumologia Covid diretta da Francesco Satriano, Pronto soccorso Covid diretto da Silvano Fracella. «Il pronto soccorso Covid avrà tre aree dice Rollo -: un triage con dieci ambulatori per lo studio dei casi; sei posti letto di osservazione breve intensiva che consente anche la ventilazione dei pazienti, se necessario; ventiquattro posti letto di Medicina d'urgenza e otto posti letto di terapia intensiva Covid che sarà gestita dall'equipe di Scorrano. Per questo, momentaneamente Rianimazione a Scorrano chiude. Abbiamo potenziato fortemente il pronto soccorso Covid, ma alcune scelte quali il reparto di Medicina d'urgenza rientrano in una visione a cui ci ispiriamo e che si rifà a un Policlinico».

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Novità anche per la Pneumologia Covid che lascia il piano terra e si trasferisce al quarto piano dove è già operativo un reparto da 20 posti letto.

A questo punto sale a 40 la disponibilità di posti con un eventuale aumento sino a 60. Ma anche la Terapia intensiva del Dea si allarga a 32 posti e per reperire gli anestesisti Pulito ha accorpato le terapie post operatorie di cardiochirurgia e neurochirurgia in modo da liberare un'equipe per il Dea. Se necessario potrebbero essere momentaneamente chiusi 8 posti di terapia intensiva no-Covid del Fazzi, sempre per portare gli anestesisti al fronte. Intanto l'avviso pubblico riservato ai medici già specializzati che stanno partecipando al concorso per assumere 10 anestesisti (sicuramente Asl Lecce ne recluterà almeno 25) non ha avuto gli esiti sperati. Solo quattro disponibilità: 2 di anestesisti già specializzati e due di specializzandi. Quindi? La direzione generale deve cavarsela con quel che c'è. Sull'altra faccia della medaglia i reparti vuoti a Galatina e a tal proposito il consigliere comunale di Galatina, Giampiero De Pascalis, punzecchia l'assessore alle Politiche della Salute, Pier Luigi Lopalco, affinché la scelta di conversione dell'Ospedale sia compiuta in tempi brevi. E non solo. Annuncia che a breve farà recapitare al ministro della Salute, Roberto Speranza, un resoconto della situazione che si è determinata a Galatina che al momento è un'auto che viaggia a un cilindro.

«Prima l'assessore-presidente alla Sanità, Michele Emiliano, ha classificato di base l'ospedale di Galatina, poi l'allora assessore ombra alla Sanità pugliese (oggi assessore titolare) Lopalco lo ha destinato al Covid, ma la musica non cambia: non lo hanno attrezzato prima per quel che doveva fare costringendomi a sostenere, con il consenso dei cittadini, una battaglia nelle aule di giustizia ancora aperta, oggi non lo hanno attrezzato per quel che deve fare. Cambiano gli assessori, ma lo spartito è lo stesso perché non cambia il direttore d'orchestra. Oggi non si può assistere a questo balletto indecente mentre la pandemia ci sovrasta e rischia di travolgerci. Galatina è costretta, visto che di terapia intensiva si parla solo sulla carta, a trasferire a Lecce i pazienti con insufficienza respiratoria grave con tutto quello che può conseguirne perché il tempo è un fattore fondamentale quando il confine tra la vita e la morte diventa sottile».

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