«Fatture gonfiate in cambio di piatti di porcellana»: ecco il sistema dei dirigenti Asl arrestati

«Fatture gonfiate in cambio di piatti di porcellana»: ecco il sistema dei dirigenti Asl arrestati
di Maddalena MONGIÒ
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Domenica 9 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 00:16

Il filo investigativo della Procura di Lecce dipana il meccanismo messo in atto dai due funzionari Asl arrestati per favorire gli imprenditori che presentavano fatture gonfiate sui lavori (concretamente effettuaPisanelloti) nel Poliambulatorio di Martano. Senza che la circostanza fosse oggetto di contestazione da chi, invece, avrebbe dovuto vigilare. Antonio Leo e Fiorenzo Pisanello, appunto, ai vertici della macchina progettuale e di controllo dell’Asl Lecce.

Il "regalo" scoperto dalla Procura

 

La prova tangibile del do ut des viene indicata in un servizio di piatti che l’imprenditore Francesco Reddavide (oggi colpito dall’interdizione a esercitare l’attività) regala a Leo per il matrimonio della figlia. Un passaggio chiave nelle carte dell’ordinanza firmata dal gip Simona Panzera: «Indice rivelatore della compartecipazione del Reddavide nell’abusiva distrazione delle somme assegnate dalla Asl è l’esito del controllo di polizia giudiziaria eseguito a carico del Leo, laddove si accertava che in data 29 aprile 2019, in occasione del matrimonio della figlia del Leo, il primo gli consegnava in regalo un servizio di porcellane da tavola. Il che - scrive il giudice - è appunto indicativo della sussistenza di un rapporto che travalica quello esistente tra funzionario della stazione appaltante e appaltatore». 
Questo il convincimento dei giudici che concatenano fatti, circostanze e atti amministrativi per delineare quello che definiscono il “disegno criminoso” di Pisanello e di Leo, all’epoca dei fatti, rispettivamente, ex direttore dell’Area tecnica dell’Asl Lecce (oltre che Rup per l’ampliamento del Poliambulatorio), e direttore dei lavori e responsabile unico per l’Asl presso la Regione per i fondi europei. 
Il risultato di questa matassa? A 4 anni di distanza dalla omologazione della spesa, e quindi dal saldo delle somme relative al finanziamento Ue di circa 4 milioni di euro, a 6 anni di distanza dalla dichiarazione di fine lavori, il Poliambulatorio di Martano non è ancora pienamente funzionante e i cittadini aspettano servizi essenziali: 118, Sert, Centro Dialisi. 
L’indagine prende le mosse nel maggio 2017 quando la Guardia di finanza di Otranto indaga sul cantiere del Poliambulatorio per danno erariale. «Segui i soldi»: la lezione di Giovanni Falcone è sempre attuale.

E seguendo i soldi i giudici puntano il dito sull’ottavo Sal (Stato Avanzamento Lavori) che porta al pagamento di lavori per 417.604,57 euro a favore di Cosimo Partipilo, amministratore unico e legale rappresentante della società capogruppo e mandataria Edilmat, e di Salvatore Martinelli, in qualità di rappresentante della ditta mandante Electa e dell’Ati (Associazione Temporanea di Imprese) che doveva eseguire i lavori. Nella ricostruzione contenuta nell’ordinanza che ha portato ai domiciliari Leo e Pisanello è spiegato che il direttore dei lavori, in accordo con i due imprenditori, predisponeva l’ottavo Sal «dai contenuti falsi, trasmettendolo al Rup che provvedeva ad approvarlo e a trasmetterlo all’Area Gestione risorse finanziare della Asl di Lecce ai fini della emissione dei mandati di pagamento in favore dell’Ati».

La "cresta" sui lavori

La presunta “cresta” sarebbe di almeno 50mila euro. Non sono le uniche somme che i giudici ritengono siano state incamerate indebitamente. Nel “libro nero” anche la perizia di variante - finita sotto i riflettori anche di Anac - per 226.953 euro a fronte di una fornitura che si rivelava «palesemente di gran lunga inferiore a quella riportata negli elaborati progettuali». Dopo l’approvazione della variante il conto economico passò da 3.190.000 euro a 3.502.495,80 euro. Poi, bisogna aggiungere un incremento di 26.970 euro di spesa per una fornitura aggiuntiva per la quale non erano stato concordati i prezzi. In più, utilizzando la voce “manutenzione straordinaria” venivano spostati a carico della Asl i lavori non effettuati dall’Ati per una somma di 46.518,46 euro oltre a 10.234,06 euro di Iva. 
Per la Procura Leo e Pisanello (sul fronte Asl) sono gli unici responsabili di questa gestione allegra delle risorse pubbliche: «Nessuna interferenza di figure istituzionali diverse dagli odierni indagati si è registrata quanto all’elaborazione dei Sal. Anzi, può dirsi, senza rischio di esser smentiti - ed è un altro passaggio-chiave - che si trattava di una questione gestita “privatamente” da Leo e Pisanello». 

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