Lecce, Sant'Oronzo sulla colonna, ma è un ologramma

Lecce, Sant'Oronzo sulla colonna, ma è un ologramma
di Stefania DE CESARE
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Martedì 18 Maggio 2021, 05:00

Colonna “orfana” di Sant’Oronzo, la proposta dal mondo dell’architettura: «Un ologramma al posto della statua». E i commercianti approvano l’iniziativa: «Potrebbe essere una soluzione in vista della festa patronale. La piazza è un cantiere a cielo aperto».

L'idea dell'architetto

Far rivivere l’opera storica sotto forma di ologramma, con una riproduzione virtuale in 3D del simulacro del santo patrono di Lecce proprio in cima all’Ovale. È questa la proposta pensata dall’architetto Luca Fiocca per restituire alla piazza e ai leccesi uno dei simboli storici della città. A tre anni dalle prime impalcature, e a pochi giorni dalla fine del restauro della colonna, resta ancora incerto il futuro del simulacro di Sant’Oronzo. Il manufatto originale, a oggi custodito nell’androne laterale di Palazzo di Città di via Rubichi, non tornerà in cima alla piazza ma sarà custodito al chiuso, al riparo dalle intemperie. «Sappiamo bene che il monumento non può essere ricollocato in cima alla piazza in quanto il nucleo il legno interno, deteriorato, non consentirebbe una nuova esposizione agli agenti atmosferici – spiega l’architetto Fiocca -. Optare per una copia non è semplice in quanto, trovandoci davanti a una statua di rame, si otterrebbe un effetto diverso dall’originale. Per questo mi sono permesso di proporre l’alternativa dell’ologramma ovvero la rappresentazione dell’oggetto reale. Una tecnica che è già realtà in altri contesti, tra cui numerosi musei. Grazie alla tecnica olografica, così come si vede dalle immagini realizzate da Giuseppe Petracca, è possibile vedere un oggetto in tre dimensioni, come se fosse realmente presente, da vari angoli e senza la necessità di utilizzare occhiali o dispositivi speciali».

La collocazione dell'originale

Sulla futura collocazione della statua originale, tra le ipotesi più accreditate, c’è la sistemazione del manufatto all’interno del Palazzo del Sedile, proprio all’ombra della colonna. Una soluzione benvista dalla Curia e che in passato ha avuto ok anche dalla Soprintendenza, da sempre contraria alla musealizzazione della statua.

Al momento la palla è nelle mani del Comune, sempre alla ricerca di una soluzione condivisa da tutti. «Si potrebbe indire un concorso internazionale di idee aperto agli artisti di tutto il mondo che avrebbero il compito di progettare una nuovo manufatto, secondo il gusto del nostro tempo, e magari diversa dall’originale – aggiunge Fiocca -. In questo modo sulla colonna potrebbe essere collocata un’opera moderna che attirerebbe curiosi e turisti, già affascinati dalla statua originale».

Le reazioni

La proposta dell’ologramma raccoglie i primi consensi tra le attività intorno all’Ovale: «Potrebbe essere una buona idea, magari da utilizzare già per la festa patronale – commenta Lina Natale, della storica pasticceria -. Sicuramente si deve fare qualcosa e presto. Perché avere la piazza in queste condizioni non è più tollerabile». «Un ologramma? Certo, ogni soluzione è un passo in avanti rispetto al buio che abbiamo oggi – aggiunge Antonio Catamo, titolare del Bar Alvino -. Sarebbe un modo per portare un po’ di luce al nostro monumento. Perché a oggi la situazione è indecente. La piazza ha perso tantissimo, non ha più valore. Sappiamo che realizzare una copia ha un costo e che il Comune non è nelle condizioni di accollarsi le spese ma questa non può essere una scusa per non fare niente. Sono convinto che ci sono tanti privati disposti a collaborare alla realizzazione dell’opera, così come è stato fatto per il restauro». I commercianti, quindi, approvano soluzioni più moderne, anche se c’è chi preferisce scelte più tradizionali: «In altre città i monumenti importanti sono stati sostituiti con una copia fedele all’originale. Ed è quello che dovremmo fare anche noi – sottolinea Gianni Cremonesini, edicolante -. Abbiamo una piazza che è un cantiere. La colonna, l’anfiteatro, la chiesa di San Marco, tutte con impalcature. E allora perché i turisti dovrebbero venire in città?».

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