La Puglia? Non è “amica delle mamme”: Dad e lavoro da casa. Migliaia di posti di lavoro persi

La Puglia? Non è “amica delle mamme”: Dad e lavoro da casa. Migliaia di posti di lavoro persi
di Maurizio TARANTINO
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Domenica 9 Maggio 2021, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 14:42

Cura dei figli e lavoro, binomio difficile da portare avanti per le donne, anche nel Salento. Lo testimonia Save the children che, in occasione della Festa della Mamma, ha pubblicato il rapporto Le Equilibriste 2021. Su 249mila donne che nel corso del 2020 hanno perso il lavoro, ben 96mila sono mamme con figli minori. Tra di loro, 4 su 5 hanno figli con meno di 5 anni: sono quelle mamme che a causa della necessità di seguire i bambini più piccoli, hanno dovuto rinunciare al lavoro o ne sono state espulse.

I ritmi famiglia-lavoro


Una condizione quasi inconciliabile quella della genitorialità per le donne in carriera, in particolare nel Mezzogiorno d'Italia, accentuatasi a causa della pandemia. Secondo il report, la Puglia si colloca al 17° posto tra le regioni mother friendly, guadagnando una posizione rispetto all'anno precedente.

C'è comunque da sottolineare un miglioramento generale, dovuto ad una propensione maggiore ad un'equa distribuzione nei carichi di cura e lavoro familiare all'interno delle coppie, anche se non ancora sufficiente a ridurre gli squilibri tuttora esistenti nella suddivisione dell'impegno familiare tra donne e uomini.

Il quadro del Leccese


E nel Salento? Tanti i casi di licenziamenti o dimissioni arrivati a causa del lockdown. Valentina Fragassi, segretaria della Cgil, è molto diretta: «Il problema esisteva già. Quella che era partita come una crisi sanitaria, adesso è diventata un problema sociale ed educativo. Il lockdown ha fatto emergere le difficoltà delle donne nel mondo del lavoro, nonostante il governo abbia fatto dei passi avanti, con i congedi o il bonus baby sitting. Serve una politica di conciliazione, con un sostegno vero della figura femminile, e sostenere la scelta della genitorialità di entrambe le figure a partire dai congedi parentali degli uomini che aiuterebbero la coppia. Nel Salento, come nel resto del Sud Italia, la situazione è ancora più sentita: mancano gli asili nido e quindi ci si deve preoccupare se una persona non ha un circolo famigliare ampio».
La situazione peggiore, per le madri e le famiglie in generale, è stata durante la didattica a distanza: «È stato un periodo complicato per chi ha in casa un bambino dai 7 ai 13 anni», conclude la stessa Fragassi.
Ada Chirizzi, segretaria Cisl, conferma il peggioramento durante la pandemia: «Tutti i report ci dicono che le fasce che già erano penalizzate nel Salento, sono finite ai margini del mercato del lavoro. Si tratta della cosiddetta generazione sandwich: le donne in famiglia compresse nella cura dei bambini e costrette in molti casi a rinunciare al lavoro e accudire genitori e i bambini. Anche con lo smart working la situazione non è migliorata: modalità che andrà regolamentata, è stato negato, spesso, il diritto alla disconnessione».
Salvatore Giannetto, segretario della Uil, è preoccupato: «La situazione lavorativa in Puglia è complessa: non si trova lavoro per le giovani generazioni e in questo le giovani mamme sono le più penalizzate. Siamo a quota 190mila disoccupati, il 50% di ragazzi, e in buona parte laureati dai 18 ai 38 anni. L'epidemia ha accentuato questo problema perché non c'è la possibilità di avere servizi tali di consentire alle donne di svolgere la loro vita lavorativa senza dover trascurare la famiglia. Mancano ovviamente le strutture, gli asili nido e gli altri. Perché oggi non si fanno i figli, non si trova un lavoro, non si riesce a essere economicamente indipendenti».

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