Covid, allarme posti letto nel Salento: Dea al completo. «Pazienti tenuti in Pronto soccorso»

Covid, allarme posti letto nel Salento: Dea al completo. «Pazienti tenuti in Pronto soccorso»
di Erasmo MARINAZZO
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Domenica 10 Gennaio 2021, 13:34 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 12:38

Erasmo MARINAZZO
Il Dea a rischio di collasso. Il Dipartimento di emergenza ed accettazione dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce registra il quasi tutto esaurito per i pazienti affetti da Covid 19. L'allarme è cominciato a circolare venerdì sera dopo il sold out a Malattie infettive e Pneumologia, nonché per l'unico posto letto rimasto libero a Rianimazione. Con la conseguenza che i contagiati restano nel Pronto soccorso. Diventato anche questo, per necessità, un reparto di degenza.
Lo conferma il primario Silvano Fracella (nella foto): «Ho chiesto al direttore generale Rodolfo Rollo un incontro con la partecipazione dei primari di Malattie infettive e di Pneumologia. Ci vedremo domani mattina (oggi per chi legge,
ndr) per discutere sulla soluzione da trovare per sbloccare il turn over in Pronto soccorso: il flusso è quasi esclusivamente in entrata, non sappiamo dove mandare i pazienti Covid e per questo siamo costretti a continuare a tenerli in reparto. Non è questa però la nostra missione, dobbiamo restare a disposizione di tutte le emergenze, senza intasare il reparto. Occorre trovare una soluzione».
Soluzione che sembra avere già pronta il direttore generale Rollo: «Ci sono 12 posti di Terapia intensiva e 24 di Medicina d'urgenza, di cui sei occupati. La riunione servirà a decidere se questi 24 posti devono essere lasciati al Pronto soccorso o destinati alla medicina Covid, ma al momento non vedo emergenze: i ricoveri Covid sono 1,5 al giorno e non ci sono criticità».
Non sembra questa la percezione del personale medico e infermieristico coinvolto direttamente o indirettamente nella emergenza Covid. Il timore che circola in queste ore è un ritorno alla stessa situazione creatasi a novembre. Con una differenza emblematica del rischio di diffusione massiccia del virus anche nel Salento e di come siano stati rispettati i divieti di assembramento durante le feste natalizie: i pazienti sono quasi esclusivamente salentini. Due mesi fa invece molti arrivano dal Nord della Puglia con gli elicotteri del 118.
«Il problema esiste e si è riacutizzato: sabato 20 pazienti erano in attesa di ricovero», spiega il primario del Pronto soccorso. «E se il paziente non viene ricoverato tutta la procedura di assistenza si rallenta. Abbiamo Medicina d'urgenza, sempre al Dea, ma viene utilizzata anche per altre emergenze perché l'andamento del Covid è oscillante. È a fisarmonica. È una questione che affonda le radici negli anni passati quando è stata decisa la soppressione di diversi ospedali senza prendere in considerazione la possibilità di convertirli in reparti a lunga degenza. Se avessimo oggi strutture come quelle potremo gestire agevolmente l'emergenza Covid».
Fuori da questo circuito l'ospedale Santa Caterina Novella di Galatina perché accoglie solo pazienti con sintomi lievi: non avendo mai attivato Rianimazione i casi più gravi restano tutti a Lecce. Il Pronto soccorso del Dea dispone di otto posti con ventilazione meccanica assistita ed è qui che i pazienti vengono stabilizzati in attesa di essere trasferiti a Malattie infettive o a Pneumologia. O in Rianimazione, se il quadro clinico si rivela particolarmente importante.
Ora questa procedura sta rischiando di andare in default. La soluzione dovrà arrivare dalla riunione odierna con la direzione della Asl.
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